Anno MCLI1I. 505 ve ho io dimodrato, il Configlio della Credenza nelle Città libere d’Italia, non era comporto della fola, Plebe , come ha creduto taluno. V’entravano anche i Nobili, qualora aveano parte nel governo. Altro in ibmma non era, che il Configlio Segreto, a cu: chi interveniva, predava giuramento di non rivelar quello, che ivi fi trattava. In gran pena furono que’Cittadini per tal novità, temendo, e con ragione, il «Sentimento e furore de’Mi-lanefi: però in vece di ringraziamenti caricarono di villanie que’ due l’emplici Cittadini, e ferrarono loro in petto quefte novelle. Venne Stcherio a Lodi, credendofi di portar via un grofloregalo; ma i Confoli di Lodi, riprovando 1’ operato de’ due lor Cittadini, non altro fecero , che fcongiurarlo di torrj'arfene indietro fenza prefentar la Lettera del Re a i Milanefi . Ma egli arditamente ito a Milano, sfoderò gli ordini del Re, ricevuti con sì mal garbo da que’ Confoli e dal loro Configlio , che dopo aver gittata in terra e pedata co’piedi la Lettera, fi avventarono addotto a Siche-rio, che ebbe fatica a falvarfi y però fe ne tornò egli attai brutto in Germania, ed efpofe al Re e a’fuoi Bareni il grave affronto fattogli, e il pericolo da lui corfo . Sommo fu lo fdegno di Federigo , e de’fuoi Principi, e fe la legò al dito, per farne vendetta a fuo tempo. Crebbe indicibilmente lo (pavento ne’Lodigiani. Di dì in dì fi afpettavano l’ultimo edermmio , minacciato loro da’ Milanefi ; e per ifperanza d’ifchivarlo , fegretamente inviarono al Re Federigo una chiave tutta d’ oro per mezzo di Gugliel-mo Marche fe di Monferrato, raccomandandofi caldamente alla di lui protezione. Tornati in sè i Milanefi , per placare la collera del Re , anch’edi gli mandarono una coppa d'oro piena di da* raro , che non fu punto accettata da Federigo. Nello detto tempo comparvero alla Corte gli Ambafciatori di Cremona e Pavia con ricchi regali, e infieme con ordine d’ efporre in Segreto colloquio al Re la Superbia de Mihmefi, ficcome quelli, che erano dietro ad ingoiar tutti i loro vicini', è di frr premure in favore dell’ oppredà Città di Lodi; e fu ben efeguita la commedione. Niega il Padre Pagi la fpedizione di quedi Ambafciatori, e la niega a torto. Ottone. Morena ce ne afficura. Nè diffide, come vuol etto Pagi, che 1 Popoli di Puglia invialTero ambafeerie a Federigo . Le doglianze furono fatte , come ho detto , da que’Baro-ni cacciati dal Re Ruggieri , che fi trovavano in Germania. O nel fi:ie di qued’ Anno , o fui principio del Seguente , non volendo il Re Federigo, che redatte un Seminario di guerra in Gei-