Annali d’ Italia. gion de’confini. Collegati i Padovani co’Popoli di Trivigi e Ravenna , vennero nel dì 4. di Ottobre dell’Anno precedente alle mani coll’efercito Veneto, e rimafero (confitti con reftarvi cinquecento e fette d’eifi prigioni. Ora giunto che fu a Verona l’Impe-radore , portarono a lui i Padovani le loro doglianze, ficcome al Sovrano del Regno d’Italia. Ad iftanza d’effo Augufto comparvero in quella Città gli Ambafciatori Veneti, e fi mite fine alla dif-cordia, colfeiTerfi aggiuftati i confini, liberati i prigioni, e rino-vati i patti d’amicizia fra Venezia dall’un canto, e i Padovani e gli altri Sudditti dell’italico Regno dall’altro. Ito pofcia l’Imperado-re in Germania, quivi fece dar folenne fepoltura alle olla del Pa- (a) Romual- dre. Terminò i fuoi giorni nel Febbraio di queft’ Anno (a) Ruggieri i^chronk ^uca ^i Puglia , con lafciare fuo SucceiTore e Duca Guglielmo fuo Talco Bene- Figliuolo. Per quefta cagione i Normanni della Puglia niun foc-VChronicoln cor^° poterono preftare al Romano Pontefice ne’di lui bifogni, ed Anony'mus attefero unicamente a premunirli in cafa , per timore che il nuovo Baren. apud Imperadore poteffe far qualche tentativo contra di quegli Stari. Peregnn. Preparavafi in Italia Boamondo Fratello d’effo Ruggieri, Princi- (b) Albert Pe ^ Antiochia e di Taranto, per ripaffare in Orientej (¿) quan-j4quenf. iib. do venne a trovare anche lui la morte nel Marzo feguente. Fu 'petr^òiac fePPe^to in Canofa. Reftò gran fama, e un picciolo Figliuolo di Chr'on Cai ^U1 » Per nome anch’ effo Boamondo, erede de’fuoi Stati. Appena (ìrtenf & aia. fu fuori d’Italia , fe pur ne era anche ufcito l’Imperadore, (c) che fui junior iMilanefi, dopo avere per quattro anni o con attedio, o con bloc-Hift. Medio■ co, o con devaftar le campagne, ftretta e malmenata la Città di ian. cap. 18. Lodi y finalmente nel Giugno dell’ Anno prefente per forza le ne impadronirono; e lafciata in tal occafione la briglia all’odio e fde-gno loro, la fpogliarono delle mura, incendiarono le cafe , ed im-pofero leggi fevere di fervitù a quel Popolo , dianzi troppo vicino a sì potente Città. Ne reftano appena le veftiggia nel Luogo appellato Lodi vecchio , e diverfo dal fito , in cui ora è Lodi nuovo, (d) Gudv & cIue^ P°P°1° compartito in fei Borghi, e in tale ftato dur& Fiamma il fuo abbaiamento fino a i tempi di Federigo I. Imperadore. Manipul. Fior. c. 163. Anno