Anno MCLYIII. filio eia perdita de’ beni: amò più tofto quafi tutto quell’ infelice Popolo di abbandonar le lor cafe e tenute, che di contravenire al già fatto giuramento; e fi ritirò chi a Pizzighettone , e chi a Cremona , ma con lafciar molti d’ effi la vita in quelle parti per le troppe miferie. Compafìionò forte P Imperadore lo fiato infelice di quel Popolo, e gli aiTegtiò un Luogo preiTo il Fiume Adda , appellato Monte Gbezone , per potervi fabbricare la nuova loro Città, giacché il vecchio Lodi, lontano di là quattro miglia , era fiato diroccato da i Milanefi . Mentre fi tratteneva P Augufto Federigo fui Lodigiano, (a) ifperanzito il Conte Echeberto di Butena di far qualche bel (a} Radei-: colpo, fenza chiederne licenza, fi portò con circa mille cavalie- L '* ri ben armati fin quafi alle porte di Milano. Ufciróno i Milanefi per dimandargli colle lancie e fpade ciò, ch’egli andafle cercando ; ed attaccata la zuffa, che fu ben dura e iànguinofa per 1’ una parte e per P altra , reftò in efià uccifo il Conte con Giovanni Duca di Traverfara, il più nobile dell’Efarcato di Ravenna , e con altri . Si falvò con una veloce ritirata il rimanente de’Tedefchi. Federigo condannò la di lui difubbidienza, e provvide per l’avvenire. Aveva eflo Augufto preventivamente mandato ordine pel Regno d’Italia, (¿) che gli atti airarmi (b) Cafa-ì venifiero all’ofte, per Pimprefa di Milano. Però giunfero colà AnndL Gì-aflaiilìmi armati dalle Città di Parma , Cremona , Pavia , No- ’jcm. 6.Re vara , AJh , Vercelli, Como , Vicenda , Trevigi , Padova 5 Ve- liaVicarum. rona , Ferrara , Ravenna, Bologna , Reggio , Modena , e Ère-fcia, e molti altri della Tofcana . Erano allora tutte quéfte Cit-i tà del Regno d’Italia. Sire Raul fa conto, che afcendeffero a quindici mila cavalli, e foffe innumerabile la Fanteria. Rade-vico folamente fcrive, che l’armata pafiava i cento mila combattenti. Paisò P Imperadore con quefto potentiiììmo efercito all’ aiìèdio di Milano, fé crediamo a Radevico, nel dì 25. di Luglio; ma più meritano fede Ottone Morena, che fcrive ciò fatto nel dì 6. d’Agofto, e Sire Raul, che lo riferifce al dì 5. d’effo Me-fe . Intorno alla Città fu divifa in varj campi e quartieri l* Armata , Trovavafi quella nobiliiììma Città guernita di forti mura, di altifiìme torri, e di una profonda folla piena d’acqua corrente . Il fuo giro, per quanto fcrive Radevico, era più di cento Jladj, del che io dubiterei. Nulla mancava ai Cittadini di, vaioree di fperienza nell’armi per ben difenderfi. Fecero eglino una fortita vigorofa addoflo a i Boemi ; accampati al Moni' • Li 1 ite-