<3<> S2 ■<>€=> ferrandoli, gittati nel mare (i) ; e infine perchè la detta cappella non era più sufficiente a contenere i Greci tutti, già fuor misura moltiplicati anche per le milizie dalla veneta Signoria condotte a difensione del suo Stato ; le quali con loro brigate avevano e mogli c figliuoli menato seco. Erano queste milizie chiamate Stratioti ( o Stradioti, come solitamente pronuncia, non già scrive, un greco ) ; i quali unitamente con Serviani, mercatanti, marinari ed altri della greca colonia ebbero in proprio nome domandata la grazia. Ma degli Stratioti ( poiché m1 accade parlarne ) dirò com’essi formavano la cavalleria leggiera de1 Veneziani ; della quale, innanzi che verun altro principato, cominciarono a giovarsi nella prima metà del secolo XV, e più veramente fra il i/}i6 e 14^7* Felice spazio di mezzo, in cui la repubblica, divenuta signora di molti luoghi della Dalmazia, e, per cessione fatta da Giorgio Castrioto, anche dell’ Albania, andava per la Terraferma mirabilmente dilatando il proprio dominio. Per la qual cosa è da tenere che, innanzi gli altri, fossero gli Albanesi trasferiti ai servigi d’essa, e avessero il nome di cavalli leggieri. Certamente o c1 inganniamo, o 1’ appellazione di Stratioti non venne comune a codesto genere di milizia, se non quando i Veneziani presero ad assoldare in quella anche Greci da tutte le provincie circostanti di Grecia sottoposte all1 imperio della repubblica, lasciando loro il nome medesimo che hanno in patria (2), dove tanto significa stratioto, quanto in Italia milite. 11 che succedette probabilmente fra il 1470 e ’1 1473 ; perocché del tempo che i Veneziani cominciarono la prima volta a condurre Stratioti nulla dicono, eh1 io sappia, gl1 istorici. Ben puossi argomentare da quanto è riferito da Spandugino (3), cioè come il valoroso Pietro Mocenigo (che poi fu doge), succeduto al capitano dell1 armata Nicolo Canal (1470), acquistato il Peloponneso e volendo delle crudeltà de1 Turchi prender vendetta, levò sull1 armata alquanti cavalli leggieri di varie parti della Grecia soggette a1 Veneziani ; e con quello ingrossato esercito corse e saccheggiò tutt1 i luoghi marittimi signoreggiati da Maometto. Ed è pur da considerare che prima di questo tempo ( se non erriamo ) nessuno scrittore usò il nome di Stratioti. Ora eglino, componendosi di Albanesi, Greci, Spalatini ed altri, si distinguevano, non per diversità di uffizi, ma di nazione, dai cavalli leggieri propriamente detti ; i quali erano Italiani (4). E a questa distinzione aggiugnevasi l1 essere i soli fra tutti gli eserciti di terra, che fossero comandati da un nobile veneziano. Non è poco quel che si legge dell1 animosità e prodezza loro singolare. E benché nell1 arte del combattere non avessero certo ordine, nè misura e, più che in altro, nel corso de1 cavalli fidassero, pur tuttavia correndo e lanciando continuo, quando dinanzi, quando di dietro, incontro all1 oste, ora assalendo le scorte de1 saccomanni e delle vittuaglie, ora predando e rompendo le vie (5), avevano dalla parte loro più volte la vittoria. Incredibile poi la loro destrezza ; per la quale non solamente varcavano monti altissimi e fiumi profondissimi nuotavano, ma con astuta temerità trasportavansi e nascondevansi nel grembo decimici a spogliare. Maraviglioso, fra gli altri, quel greco giovanetto, che nel combattimento (1) Y. la citata Supplica in Flaminio Cornaro, Ecclesiae Venetae decad. XV, par. I, p. 371, 372. (2) Guicciardini, Stor. Ital., 1. II. (3) Commentarti dell’ orig. de' Principi Turchi, ec., 1. I, p. 5a. (4) Guicciard., Stor. Ital., 1. Vili. — Daniele Barbaro, Storia dal i5ia al i5i5:, in più luoghi. (5) Guicciard., 1. Vili. /