Annali d‘ Italia: che io non veggo le pruove. Glabro folamente atteila, che fu 1’ efficace mezzo dell’oro, che il portò in alto: e quello dire, fe è vero, ferifce chiunque l’eleiTe. Quanto all’ Imperadore, ab-wìppa biamo da Wippone (a), da Ermanno Contratto (¿), e da altri Tach'safu”' anti°hi Storici, ch’egli fu chiamato da Dio ad un Regno miglio-(\) Mermàn-te. nel dì i3. di Luglio dell’Anno prefente, e gli fu data fepol-nus Contra- tura ne|la fua prediletta Città di Bamberga. Imperadore, le cui edit!canìj: m°Ite Virtù, e maffimamente l’infigne Pietà, coronata da varie gloriofe azioni, meritarono, ch’egli foiTe aferitto nel Catalogo de’Santi, con celebrarfene anche la fella nel dì 14. d’eflb Mefe, giorno probabilmente della fua fepoltura. Confegnò egli prima di morire a i Parenti l’Imperadrice Cunegonda fua Moglie, Vergine, per quanto la fama divolgò, quale l’avea ricevuta, Prin-cipeffa anch’ella dotata di sì luminofe Virtù, che non men del Marito arrivò a confeguir la laurea de i Santi. Per gloria di lei, e per documento delle ilrane vicende, alle quali fono efpofti an-(c> Vn. s. che i migliori, non fi vuol tacere, che così fanta PrincipelTa (c) Cunegund. fu accufara d’infedeltà all’Augufto fuo Conforte. Si efibì ella di provare l’innocenza fua colla pruova del Fuoco , ufata in que* Secoli d’ignoranza; e però co’piedi nudi fenza lefione alcuna paf-feggiò fopra dodici ferri roventi. Ma di quello gran fatto , nè della verginità di Cunegonda noi non abbiamo tellimonio alcuno contemporaneo, che incontrailabilmente ce ne afficuri ; ed ella potè fenza di quello effere Principeffa di rara fantità. Le Vite de' Santi fcritte lungo tempo dopo la lor morte fon fuggette a va-rj riguardi , perchè la fama, che crefce in andare, aggiugne talvolta quello che non fu. Venne dunque colla morte di Santo Arrigo a vacare l’imperio Romano col Regno della Germania e dell’Italia. L’effe re egli mancato fenza prole, aprì il campo alle pretenfioni dì varj Principi, e per confeguente alla difeordia. Secondo Pattellato (cD wìppo di Wippone Storico di quelli medeiìmi tempi (d), i due princi-ìn Vu. Con- pali concorrenti furono due Cononi, cioè due Corradi, ì quali mdi Sa lui. cjifl.jnzione erano appellati a cagion dell’età, l’uno il Maggiore, l’altro il Minore, Cugini germani. Era nato il maggiore da Arrigo Duca della Franconia , il fecondo da Corrado, che vedemmo Duca di Carintia e Marchefe di Verona, amendue Fratelli, e Fratelli ancora di Gregorio V. Papa. Ottone Avolo de i fuddttti due Cugini, Figliuolo di Liutgarda nata da Ottone il Grande, fu anch’egli Duca di Franconia. Però quelli due Principi, lìccome