Anno M C X X V 11. 4,7 lamento loro parlò, che fatto dipoi generale Configlio , V accettarono per loro Signore. Aleffandro, chiamato da' altri Abbate Ce-lefino, ma che fenza dubbio lì dee appellar Teleiino, perchè Abbate di Telefa, Scrittore di quefli tempi aggiugne una particolarità, cioè (a) che i Salernitani parlando con Sarolo o fia Saro- C-0 AUxar.-to , MeiTo del Conte, elagerarono gli aggravj lor fatti dal Duca d“s Guglielmo, e da’ fuoi Anteceffori, e che temendo altrettanto del Rogtni. ut. Conte Ruggieri non gli fi voleano fottomettere. E perchè Saro- '• caP- s* lo rifpofe loro con qualche villania fe gli avventarono addoflb e il privarono di vita. Non oliarne sì grave offefa flette fermo il Conte ; e diflìmulando il fuo fdegno, feguitò a trattare , finché induiTe quel popolo a riceverlo per Principe, a condizion nondimeno, che reftalfe in lor mano la guardia della Torre maggiore, o lìa della Rocca. Ruggieri, uomo, che ben fapeva il fuo conto, accordò loro tutto , purché fi mettefie in poffeflb di Salerno . Altrettanto fece con Rainolfo Conte di Alife , a cui concedette eforbi-tanti dimande, per averlo dalla fua nella già incominciata conquida della Puglia. L’efempio di Salerno fi tirò dietro gli Amalfi- -tani, che nel darli al Conte Ruggieri, ottennero anch’ eiiì di ritenere in lor potere le fortezze di quella Città . Aggiugne Falcone , che il Conte Ruggieri riduffe dipoi alla fua ubbidienza anche le Città di Troia e di Melfi, ed altre parti della Puglia, c fe gli fuggettarono alcuni Baroni di quelle contrade . Ma giunto a Roma T avvifo di quefti progredì del Conte Ruggieri, fe re alterò forte Papa Onorio //.con tutta la fua Corte, tra perchè dovea pretendere devoluto il Feudo della Puglia alla fanta Sede , e perchè non gli dovea piacere l’ingrandimento d’ un Principe Signore della Sicilia , il quale fe diveniva Padrone anche della Puglia e Calabria, avrebbe potuto dar la legge a Roma fteflà. Però cominciò a far pratiche per impedire gli avanzamenti del Conte Rug-gieri. Passo’eflb Papa a tal fine a Benevento, indi alla Città di Troia, che gli predò ubbidienza . Gli avea già il Conte Ruggieri Spediti Ambafciatori con ricchi regali, per impetrar l’Inveftitura del Ducato di Puglia e Calabria; e tuttoché efibifie di rilafciare al Papa la Città di Troia, e Montefofco , niun partirò fi volle aScol-tare, eilendo infperanzito il Pontefice di mettere fotto l’immedia* to luo dominio tutto quel Ducato, o pure difegnando d’ invertirne il giovane Boamondo II. Principe d’Antiochia, a cui con più ragione appartenevano quegli Stati. Ora veggendo il Conte Rug* Tomo VI. D d gieri