Anno MCXVII. 3«? num millia interierunt. In Cremona , per atteilato di Sicardo (a), cadde fra gli altri Edifizj la Cattedrale. Cominciò quello . Sicari. flagello fui principio dell’ Anno , e per quaranta giorni fi an-m Cllr°™-darono fentendo varie altre funeiliflime (coffe per unive>jam fere 1 tediarti, come lafciò fcritto Pietro Diacono . (¿)L,ando!i:o da S. rb) Petrus Paolo ( c ) anch’ egli parla di quello fpaventevole tremuoto , qui D^conus Regnum Longobardo rum penitus commovit & tjuafavit, & me nimirum ( ovvero nimium ) vigilare fecit. Viderlì ancora nuvo- (c) Landui- li di color di fuoco e (àngue, vicini alla terra, e corfe an che voce d’altri molti prodigi, prodotti forfè più tofto dall’appren ¿ioUn.c.tf. fione , che realmente accaduti, i quali però (parlerò il terrore dapertutto. Nel qual tempo Giordano Arcivefcovo di Milano tenne un Concilio, al quale intervennero i fuoi Suffraganei co i Confoli e Magiftrati di quella Città. Ora il rumore di tante calamità, e de i divolgati ilram prodigi , s’accrebbe non poco in que’ creduli tempi, con fama ancora di fangue piovuto dal Cielo, e fervirono tutti quelli fucceiìì a far più che mai defiderare all Au-gufto Arrigo la pace colla Chiefa . Però (pedi varj Ambafciato-ri a trattarne col Papa, ma fenza frutto. Perciocché confeiTava bensì il Pontefice di non averlo fcomunicato, ma che la (comunica fulminata contra di lui da i Conci!}, Vefcovi, e Cardina- li, principali membri delia Chiefa , non fi potea levare fe non coll’affenfo e configlio d’effi. Arrigo mal Soddisfatto di tali rif-poile, credette megiio di pattare a Roma fletta , per trattar più da vicino i fuoi affari col fommo Pontefice . E tanto più 1' animava a quello viaggio la buona corrifpondenza , che pattava fra lui e la Nobiltà Romana. Allorché egli intefe nell’Anno precedente la difcordia inforta fra etto Papa e i Romani a cagion di Pietro di Leone, per atteilatodi Pietro Diacono (¿0, xema Im (d) Petrus periaiia Urbis Prcefeclo & Romanis trans mißt, adventum fuum Diaconus ilhs prcznunùans afa tu rum . In fatti venuta la Primavera l’Au ¡.'4. cap éo. gutto Arrigo coll’efercito fuo fi portò a Roma. Scrive Pandolfo Filano (e), che i fuoi aderenti e configlieri furono 1’Abbate di fe) Panini* Farfa, già due o tre volte condannato ad avere la teda recita^'“ dal bullo a cagione de’ facrilegi , e delle fedizioni fue contra del (hahs Ih Pap i, e G »vanni e To’.omeo Nobili Romàni . Fece egli guerra ad alcune Terre e Caitella fedeli al Pontefice: cofe bensì di poco momento , ma che nondimeno moffero il Popolo e la Plebe di Roma ad accoglierlo con pia ufo , e con una fpecie di trionfo, ma lenza che gli veniffe incontro niuno de’Cardinali, Vefcovi, Tomo VI. Bb e Cie-