xi4 Annali d’ Italia: erano ritirati dalla Sicilia a prendere Terre, e a dare il guafto nel dominio de’ Greci in Puglia ; e perciocché non aveano alcun fìcuro ricovero in quelle parti, dopo aver prefa Melfi, o fia Mei-fia nel dì diPafqua, la fortificarono in maniera da non temere (a) Leo o l’orgoglio de’ Greci. Leone Oirienfe (a) fcrive , che Rainoljo f:b2.c Chbj Normanno Conte di Averfa con patto di aver la metà delle conquide diede aiuto ad Ardomo nemico d’effi Greci con trecento de’luoi Normanni . Nè qui iì fermò la bravura di quefla gente . Prefero anche Venofa , AJcoh, e Lavello. Abbiamo in oltre da (b) Lupus Lupo Protofp^ita (¿)> che nel Mefe di Marzo Argiro Figliuolo di Proufpata que} Mei0 ? che abbiam veduto capo della follevazion de’ Puglie-.n muco. ^ contra de’Greci, attediò Bari, e fe ne impadronì . Ma fe qui andavano male gli affari de’Greci, peggio ancora camminavano (eì Cedren. ^ Sicilia, (c) Ripigliatele forze i Saraceni aveano metta infìe-inComp. me un’Armata di ierra , con cui fperando di riacquiftar le Città Hijior. perdute, fi accamparono nella pianura di Dragina. Giorgio Maniaco valente Generale di terra per 1’ Imperadore Greco , nul^a prezzando coftoro , prefentò loro la battaglia , con aver prima oi> dinato a Stefano Patrizio, Marito d’una Sorella dell5 Imperadrice e General di mare , di ftar ben attento colla iùa flotta , acciocché niun de’ Barbari fuggiffe : tanto fi teneva egli in pugno la vittoria . In fatti mife in rotta il nemico , e ne fece buona ftrage; ma il General Moro ebbe la fortuna di falvarfi con una barchetta per mare . Per quefta negligenza di Stefano fi trovò sì irritato Maniaco , che il regalò di qualche baftonata , e lo ftrapazzò, chiamandolo fopra tutto uom vile e traditore. Stefano, che flava bene alla Corte, fcriffe colà , che Maniaco macchinava d’ufurpa-re per sèia Sicilia; e quefto baflò , perchè vernile ordine di mandarlo ne’ ferri con Bafiiio Patrizio a Coflantinopoli : il che fu efe-guito con reflare al comando dell’armi il fuddetto Stefano. La dappocaggine ed avidità di coftui diede campo a i Mori di riaver-is, e di ricuperare a poco a poco coll’aiuto degli fletti Siciliani le Città e Fortezze perdute a riferva di Medina, che fi foftenne. All’attedio di quella Città con tutte le lor forze pattarono i Mori. Catalaco Ambufto Comandante della Piazza, moflrando timore, per tre dì niun movimento fece, di maniera che i Mori notte e dì ad altro non peniàvano , che a follazzarfi in bere, in danze, e in altre allegrie. Nel dì della Pentecofte Ambufto, animati i fuoi alla pugna, diede improvvifamente addotto a gli attediami j colla cavalleria giunfe fino al padiglione d’ApoIafare, General