54^ Annali d’ Italia; Como, e d’altri Luoghi, col Marchefe di Monferrato, e co! Conte di Biandrate. Avendo egli impedito il trafporto delle vettovaglie a i Milanefi , corretti furono querti nella Vigilia di S. Lorenzo, cioè nel dì 9. d’ Agofto a venire ad un fatto d’ar> mi. All’ ala comandata dallo fletto Imperadore riufcì di sbaragliar le opporte fchiere, di giugnere fino al Carroccio de’ Milanefi., che fu meffo in pezzi, uccifi i buoi, che lo menavano, e prefa la Croce indorata, che era full’antenna colla bandiera del Comune . Per lo contrario il nerbo maggiore della cavalleria Milanefe e Brefciana mife in rotta 1’ altra ala, comporta principalmente di Novarefi e Comafchi; ne perfeguitò una parte fino a Montorfano , e il Marchefe di Monferrato fino ad Angoliera . Tornarono di poi querte vittoriofe fquadre al campo, dove era reftato 1’ Imperadore con poca gente. S’ immaginava egli di avere riportata la vittoria. Ma avvertito del pericolo, in cui fi trovava , perchè già i Milanefi e Brefciani erano per venire ad un fecondo conflitto, non tardò a decampare, con la-fciar indietro molti padiglioni e prigioni. Spogliarono i Milane-fi co’ Brefciani il campo, e benché tardi dettero alla coda de’ fuggitivi, pure non fu poca la preda, che fecero, e i prigioni , che guadagnarono. Nel giorno feguente , Ferta di S. Lorenzo, veniva la cavalleria e fanteria de’Cremonefi e Lodigiani per unirfi all’ Armata dell’ Imperadore, fenza fapere quanto forte avvenuto nel giorno addietro. Mentre erano fra Cantù e Monte Baradello, i Milanefi e Brefciani informati del loro arrivo , furono loro addotto, e li fconfiffero , facendone molti prigioni , col cambio de’ quali ricuperaron i lor proprj, ed anche gli 0-rtaggi , che reftavano in mano di Federigo. Continuarono i Milanefi anche per otro dì 1’ attedio di C.arcano, ma perchè fu bruciato il lor Cartello di legno, nel dì 19. d’ Agorto fe ne tornarono a Milano. Raccontano Ottone Morena, e Sire Baul un terribil incendio, che nel dì di S. Bartolomeo devaftò più della terza parte d’ etta Città di Milano, con efferfi dilatato per varj quartieri, ed aver confumata oltre ad infiniti mobili gran quantità di vettovaglia. Mandarono i Milanefi cento cavalieri a Crèma, la qual di nuovo cominciò ad alzare la terta, e ad ei-fere riabitata. Lo fteffo Arcivefcovo Oberto con altrettanti Cava-lieri s’ andò a portare in Varefe . Intanto Federigo pafsò a Pavia, e perchè fi trovava affai fmilzo di gente, obbligò i Vescovi di Novara, Vercelli, e d’ Arti, e i Marchefi di Monferrato,