57° Annali d’ I t a l i a; cipal Miniitro e Camerlengo di quella Corte . Collui nato Sara* ceno, dopo aver prefo il (acro Battefimo , ritenne Tempre in cuore l’antica Tua fuperilizione j e natogli fofpetto , che gli emuli Tuoi tramaffero contro la di lui vita , imbarcatoi! una notte , e feco portando un gran teioro , fe ne fuggì al Re di Marocco* Manu e Ilo Comneno Imperador de’Greci, da che feppe affunto al Trono Guglielmo II. gli fpedì Ambafciatori per rinovare il trattato di pace * e mofie anche parola di dargli per moglie 1’ unica lua Figliuola . Fu ben confermata la pace , e andarono innanzi e indietro Ainbafciatori, e Lettere per tradtare di quel Matrimonio, ma nulla in fine fi conchiufe di quello per varj politici intoppi. Tornò in quell’ Anno nel mefe di Novembre in Italia 1’ Imperador Federigo con un fiorito efercito . Pai’sò per la Val Camonica, perchè i Veronefi doveano aver prefo e ben fortificato il paffo della Chiufa , e venne ad accamparli vicino a Bre-(A) Card, de ieia . Lo Scrittor della vita di Papa Aleffattdro dice i ( a ) che ^AUxind. Quantunque egh aveffe conceputo grand’odio contro 1 Lombardi, ili. nè fi fidaffe di loro, pure chiudendo in petto la fua fierezza, fi moftrò amorevole e cortefe verfo chiunque fi prefentò all’udien-(b)SireRaulla fua t Non ccs\ parla Sire Raul (¿)» Autore più informato di m amor, _ue^ aftari . Diede Federigo il guaito a molte Callella e Ville del Brefciano , fino alle folte della Città , e coitrinie que’ Popoli a dargli ieffanta oltaggi de’ principali e più ricchi , i quali furono inviati a Pavia. Devaitò ancora la pianura di Bergamo, e fen venne a Lodi, dove tenne un gran Parlamento di Tede-fchi e Lombardi . S’ erano mefiì gli afflitti Popoli della Lombardia in ifperanza di follievo per l’arrivo dell’ Auguito Sovrano, (e) Idemib, (c ) e Per° a folla comparvero colà grandi e piccoli , chi colle Croci in mano, e chi fenza , chiedendo pietà . Efpofero all’ Im* peradore, e a* fuoi Miniitri ad una per una tutte le avanie finora patite ; e fui principio parve , eh' eg’i fe ne condoleiì’e forte , e foife per farne rifentimento. Ma 1 fatti dimoitrarono, che nulla curava di tali doglianze . Allora la povera gente fcorata affatto , fi vide come perduta, nè vi fu chi non credeffe, che l’Imperadore foffe d’ accordo con quegl’inumani Ufiziali . Si trasferì poi Federigo da Lodi a Pavia ^ e quivi folennizzò la fella del fanto Natale . (0 Rapporta il Cardinal Baronio (d) una Lettera fcritta da ef- Ànnai Ecd. Auguilo a i Cardinali : tale nondimeno è lo itile e il terore di effa, che fi può fenza timor di fallare tenere per un impoitura di qual* \