574 Annali d’ Italia; nondimeno , che nulla dovea ilgnificare fecondo i bifognì. Fu fpe-zialmente convenuto il giorno d’introdurre i difperiì Milaneil nell’ abbattuta e abbandonata loro Città, e di ftar ivi , finché quel Popolo il foffe meffo in iilato da potervi iufliftere da fé folo . Erano flati finora i Cremoneiì de’ maggiori remici , che aveffe Milano , e de’ più fedeli , che poteife vantar Federigo. E’da credere , che il moveffero a mutar maflima dal vedere , e fors anche dal provar eglino il duro trattamento , e V alterigia de’ Mi-niftri Imperiali fulle Città Lombarde , e temere col tempo di una fomigliante fortuna. Sicardo , che pochi anni dappoi fu Ve-fcovo di Cremona, e fcriiTe una Cronica , da me in buona parlai Sicardus te data alla luce (a), il lagna non poco di quella rifoluzion 7om'r°nlR(r ^ ^uo P°P0^° » perchè a’ fuoi dì i Milaneil divenuti potenti , e i°ulìc,’ ' dimentichi de’ beneficj , anguiliavano forte la Città di Cremona : quaiichè in quell’ Anno eifa Città aveffe fabbricato un martello, che dovea poi fchiacciare il capo a lei. Ma anche i faggi provveggono al bifogno d’ oggi , come poffono il meglio, rimettendo poi alla Provvidenza di Dio il reilo , giacché niu-110 ci è , che arrivi con iìcurezza a leggere nel Libro dell’ avvenire . Erano i Milaneil in una fomma coflernazione , perchè veniva minacciata la diilruzion de’ loro Borghi , e i Paveiì ne lafcia-vano correr la voce : laonde per quattro fettimane fletterò come in agonia tra i pianti e le grida $ e chi a Como , e chi a Novara , a Pavia , a Lodi trafportava i fuoi pochi mobili , perchè di dì in dì afpettavano l’ultimo eccidio. Quando nel feliciffimo dì 27. d’ Aprile comparvero le milizie Brefciane , Cremoneii, Bergama-fche ., Mantovane , e Verone!!, che introduffero quel Popolo nel- (b) Mas. ]a defolata Città con immenfo gaudio di tutti (¿). Che menaf-j3oi?Jndumd & rot