Anno MCXLIII. 475 Anno di Cristo mcxliii. Indizione vi. di Celestino II. Papa i, di Corrado 111. Re di Germania e d’Italia 6. OSia che nell’ Anno precedente , o pure nel prefente , il Popolo di Tivoli tornaiì’e all’ubbidienza di Papa Innocenzo II. certo è , che per l’indulgenza ufata da lui con elfi, il Popolo Romano diede principio a molte fcandalofe novità in pregiudizio dell’ antichiiìima fignoria ed autorità temporale de’Pa-pi . Erano sì fieramente inviperiti i Romani contra de’ Tivolesi, (a) che quando fi trattò di capitolar con eiìì, pretefero che il ottoFrU Papa non li ricevette in grazia , le non col patto di fmantellar./%™/fr le mura della lor Città, e di mandare difperfi fuori d’effa gli <~haron l_ ~ abitanti. A quella irragionevole ed inumana pretenfione nonC P potè acconfeutire il benigniilìmo Pontefice; perciò i Romani gonfj di iuperbia rivollero anche contra del buon Pontefice lo. l’degno & odio loro. Fatta dunque una fedizione, e corfi a folla in Campidoglio col preteito di rinovar l’antica gloria della Città, riftabilirono il Senato , che da gran tempo erafcaduto, e fenza rifpetto alcuno al Papa loro Signore , intimarono di nuovo la guerra a Tivoli . Abbiam più volte veduta menzione del Senato Romano anche a’ tempi di Carlo Magno , e ne’ fuiTeguen-ti Secoli ; ma fenza fapere, qual foiTe la di lui autorità in que’ tempi , nè quando effo foffe dipoi abbattuto da i Papi . Non volevano i Romani di quelli tempi effer da meno de’lor Prede-ceffori. 11 male fu , che non guardarono mifure, ed affunfero, una fpecie di Sovranità. Nulla tralafciò il Pontefice di eforta-zioni, e minaccie , per fermarei paffi a quella fpecie di ribellione ; adoperò anche i regali ; ma indarno tutto : sì grande era. la foga del Popolo, e maÌJìmamente della Nobiltà. Ed ecco germogliar le fementi delle perverfe dottrine , lafciate in quella Città da Arnaldo da Brefcia. E’da credere , che sì fatti fcon-certi ferviiTero a conturbare non men l’animo , che la fanità di Papa Innocenzo II. In fatti caduto egli infermo, pafsò nel dì 24. di Settembre dell’ Anno prefente a miglior vita , lafciando ful-la Terra un’ immortai memoria delle lue rare doti, e maffima-mente della fua incomparabile Prudenza e Benignità ; e dell’ aver anche procurata la riforma del Clero , con fuilituire dovunque potè a i Canonici Secolari i Regolari. Furono ancora va