Annali d’ Italia.' e Ridolfo. Così mal allevato il Re, non è maraviglia, fe andò crefcendo in que’vizj, che tanto diedero poi da fofpirare a i (a) Lupus buoni. Secondochè abbiamo da Lupo Protofpata (a), in quell’ fnCàfonuo Anno Roberto Guiscardo Duca di Puglia e Calabria, tolie a i Greci la Città di Taranto. Ma nè pure flava in ozio il valo-roib Conte Ruggieri di lui Fratello in Sicilia. Per allettato del (i>) Gaufrid. Malaterra (¿), in quello medefimo Anno formarono i Muful-Maiatcrra mani Mori, e i Siciliani un potente efercito , e vennero ad ac-1 '2‘ e’i3' camparfi pretto al fiume Ceramo. Erano circa trenta cinque mila , e il Conte non avea che cento trenta fei cavalli, o fieno pedoni da opporre a sì gran piena di genie . Contuttociò implorato l’aiuto di Dio, e ipedito innanzi Serlone fuo Nipote, diede loro addotto, e in poco d’ora mife in ifcompiglio e fuga quegl’infedeli. Fu detto che comparve un uomo di rilucenti armi guernito l'opra bianco cavallo, con bandiera bianca fopra d’un’ aita, che li cacciò dove erano più folte le lchiere de’ nemici , e fu creduto S. Giorgio. Quindici mila di coloro rimafero e-itinti fui campo -, nel dì feguente volarono i Cristiani alla caccia di venti mila pedoni, che s’ erano ialvati colla fuga nelle montagne e nelle rupi, e per la maggior parte gli uccifero. Si può ben temere, che Gaufrido Mahterra Monaco, il quale folamente per relazione altrui fcriffe quelte cofe dopo molti anni, lì lafciatte vendere delle favole popolari in formar queito racconto, che ha troppo dell’incredibile, ed egli perciò fe volle concepirlo, fu obbligato a ricorrere a i miracoli. La vittoria nondimeno è fuor di dubbio; le fpoglie de’nemici furono fenza mifura; e il Conte avendo trovato fra effe quattro Camelli, li mandò in dono a Papa Alettandro, il quale lì rallegrò affaiflìmo di così profperoli avvenimenti contra de’nemici deila Croce, e fpedì anch’egli a Ruggieri la bandiera di S. Pietro, per maggiormente animarlo a prol'eguir quell’ imprefa. Trafficavano in quelli tempi i Mercatanti Pifani in Sicilia, e maffimamente in Palermo, Città Capitale, e piena allora di ricchezze. Avendo elfi ricevute varie ingiurie da que’Mori, rauna-rono una poffente flotta per farne vendetta, ed efibirono la loro alleanza al Conte Ruggieri per attediar Palermo, eifi per mare, ed egli per terra. Ma perciocché non potè così pretto Ruggieri accudire a quell’imprefa, a vele gonfie andarono elìi ad urtar nella catena, (t) Annales che ferrava il Porto di Palermo, e la ruppero. Entrati nel Porto, fijam T. 6. fe crediamo a gii Annali Piiani (c), Civitatem ipfarn ceperunt. fi» ‘ió8.aT' Ma ciò non fufìiiìe. li Malaterra ci ailicura , effere accolla tan- ta