XXIX V in quefto Volume, nel quale lo divifa dappertutto per uomo »fanatico, irreligiofo, e crudele. E che fia vero: Vien t gli in »Italia la prima volta Tanno 1155. per fariì coronare Imperado-» re : e riceve per viaggio Ambafciata folenne de1 Romani guaiti » da Arnaldo, che chiedevano, eh’ ei riduceife il governo di Roma »all’ufo antico, efclufone il Pontificio. Ed egli fuperbamente--» rifpofe loro di maravigliariì, che foifero venuti con penderò di »dar legge a chi, ficcome Principe e Sovrano di Roma, doveva »egli imporla ad erti-. Il buon Pontefice Adriano IV. nfeppe da »Federigo a Nepi, ove fi trovarono iniìeme , la petizion de’Ro-» mani: e come quegli, che a quell’animo grande , che mortrò a » Sutri negando di ammettere il Re al bacio, le non faceva prima »il fuo dovere col Vicario di Crirto, univa fomma prudenza, » configliò il Re a fpedir fubito fue truppe ad impoffeilarfi di S. »Pietro, e della Città Leonina. Fu fatto, e feguì la coronazio-» ne a dì 18. Giugno fenza i Romani, che fopraggiuiiti dopo la » ferta coll’arme , batterono, e furono battuti da’Teciefchi. 11 Pon-» tefìce fe n’ andò coll’ Imperadore a Tivoli, e fecero la feti a di » S. Pietro a Ponte Lucano . Quivi lafciò Federigo ingratamente »il Pontefice fenz’attendere nè promeffe, nè giuramenti. Appe-» na giunto in Germania, cominciò a moftrar diflàpori col Papa. »L’aver egli data la pace a Guglielmo Principe fuo vaffallo, ed » accordato il titolo di Re jen^a participa-{ione alcuna., ed ajjenjo fuo » fu gran delitto. Si aggiunfero nuovi diflàpori dalla finiltra inter-» pretazione delle lettere Pontificie, e con quello mal talento »viene in Italia la feconda volta, con aver preventivamente, e » indifferentemente avvifate le Città d’Italia, anche dello ftato del-» la Chiefa di mandar truppe al fuo campo per invertir Milano , »ed avere ufate altre offilità, che direttamente ferivano la Santa » Sede. » L’ anno 1158. dopo aver fatta provare la fua fierezza a varie »Città di Lombardia, coftrinfe Milano ad una compaffionevole »refa. Indi tenne una Dieta generale in Roncaglia-- Interven-» nero , parole del Sig. Muratori, tutti i Vetcovi, Principi, e Con-» fi li, e furono anche chiamati gli allora quattro famofi Lettori »delle leggi nello ftudio di Bologna, cioè Bulgaro, Martino Gof-»Jìa, Jacopo, ed Ugone da Porta Ravegnana , tutti e quattro di-» fctpoli di quell’ Irnerio, o fia Guarnieri, che di fopra vedemmo »primo interprete delle leggi in Bologna. Interrogati cortoro,di »chi foffero le regalie, cioè i Ducati, i Marchefati, le Contee, Tomo VI. d i Con-