XXXI » to legittimamente per fucceifore Aleilandro III. E ne-llo ikffo » aiorno Ottaviano Cardinale di Santa Cecilia invade il Pontifi* »caro, e vien 1’anno Seguente legittimato da Federigo nel Con-» ciliabolo di Pavia, e da qui innanzi d’accordo cogli Scismatici » tiranneggia in Italia . La crudeltà di maggior fucceifo fu quella » ul’ata 1’ anno 1162. contro Milano, fpianando la Città da’ fonda* » menti, e -- affinchè reftaiTe memoria , dice il Sig. Muratori, dei-» la fua crudeltà, il Diploma, o Privilegio de’ Genovefi fi vede » dato : Papice apud S. Salvatorem in Palano Itnperatons pojì dejtru-» clionem Mediolani— . Perciocché tutta Italia {'paventata da sì fie-» ro efempio gli fi fottomife. »Non dee tralafciarfi la rifleflìone del Sig. Muratori su tal par-» ticolare .Curiofa cola è, egli dice, il vedere con che gene* » rofità Federigo diede allora in feudo al Popolo Genovefe Sy-» racufanam Civitatem curri pertinentiis juis , & ducentas quinquacjintct » Caballarias terree in Valle Net hi &c. & in unaquaque Cintate ma-» ritima , quee propina Divinitate a nofris capta juerit , Rucjam imam » eorum necjotiationibus convenientem cum Ecclefia, balneo , jun2;co , » & furno: con altre liberalità. Ma il proveibio dice, che il fare » i conti fulla pelle dell’ Orfo vivo, non Tempre riefee Quello » proverbio nalce da una novelletta contata 300. anni depo que-» iti tempi da Federigo IV. Imperadore favio e accorto , all’ Am-»bafeiatore del Re di Francia Luigi XI, che faceva i conti fulle »Città da conquiitarfi ; e leggefi nelle memorie di Comines lib* » 4. cap. 3. Noi vogliamo qui rammentarla al Lettore , sì per » chiarezza del proverbio del Sig. Muratori, e sì ancora perchè' » fpiega a maraviglia il carattere di BatbaroiTa . Difs’ egli dunque » all’ Ambafciatore, che infestati una volta i contorni di certa' » Città d’ Alemagna da un fieriffimo Orfo, venne talento a tre gran »»Tavernieri e Bevitori di farne preda. E perciocché erano debitori ad un loro Oite, lo pregarono a far loro nuova credenza »d’un pranzo: che in meno di due giorni l’avrebbero interamen-» te fodaisfatto colla pelle dell’Orfo , il cui valore fuperava il lor »debito. Poco lungi dalla Città incontrarono 1’Orfo inafpettata-» mente , e coniìgliati dalla paura, uno cor fe a volo verlb la Città; » fopra un albero falifce un altro; e il terzo fi getta a terrà per mor-» to . Sopragiunta la fiera pone il mufo fui vifo di queito , e fiuta » le orecchie, per fentir fe era veramente morto ( che non fuol nuo-” cere a’ morti ) , e credutolo tale , fi parte. Appena il finto morto w li vide libero, corfe anch’egli alla Città, e prima di arrivarvi, d 2 rag-