Anno M C X X V I. 4,5 famoCo Imperadore Federico I. fopranominato BarbaroiTa. Ora il Suddetto Arrigo IV. che poi venne da alcuni moderni Scrittori appellato il Superbo , per diftinguerlo da gli altri di quefto nome , fu confiderato dal Re Lottano per quel Principe , che meritaffe più degli altri la confidenza ed amore fuo, ftante la iùa potenza, e infieme l’antica nemiftà, che paiTava tra la Caia de’Guelfi, il cui fangue e la cui eredità era pattata in lui, e la Cafa Ghibellina, da cui difcefero i tre ultimi Arrighi Imperadori, con lai'ciar eredi anche delle lor gare i due Fratelli Federico Duca di Suevia e Corrado. Perciò Lottario, a fine di maggiormente accrefcere la poftanza di Arrigo IV. Duca di Baviera , gli conferì in queft’anno anche il Ducato della Saf-fonia : con che egli potea paragonarli ai Re , fe non nel titolo, certamente nell’ampiezza del dominio, perchè allora i nobilif-fimi Ducati della Baviera e Saffonia erano di maggior eftenfio-ne , che oggidì. Un altro rifletto ebbe in ciò il Re Lottario , perche già meditava di dare in Moglie ad etto Arrigo l’unica fua Figliuola Geltruda . Anzi non mancano Scrittori (a), che (a) mimoi-credono contemporanee tali Nozze celebrate nell’Anno fu ile- ^ Chron. guente coll’Inveftitura del Ducato della Saffonia; e forfè que- Cap. ilo può fembrar più probabile. L’Anno prefente verifimilmen-te quel fu, in cui Anfelmo da PufterU novello Arcivefcovo di Milano, contro la volontà del fuo Clero e Popolo fi portò a Roma, per trattare del Pallio , che il Papa ricufava d’inviargli a Milano (¿). A quefta fua risoluzione fi opponevano 1 Mila- 0>) Landuh nefi, pretendendo una novità pregiudiziale alla Dignità del ìoro Arcivefcovo, il dover andare a prendere in Roma quel Pallio, diolan.c.38* che i precedenti Pontefici per li loro Legati aveàno inviato in addietro a Milano. Colà giunto Anfelmo ebbe un bell’allegare Privilegi e confuetudini favorevoli al fuo diritto . Papa Onorio II. flette faldo in volere, che riceveffe il Pallio o dalle fue mani , o fu 11’ Altare di S. Pietro. Anfelmo, chiedo parere a R&-baìdo Vefcovo d’Alba , che il diffùafe dal fottoporii a quefto aggravio e difcredito , fe ne tornò lenza Pallio a Milano . Ma non fu ammeffo nel Palazzo Archiepifcopale , fe non dopo avere U-berto da Marignano fuo Cancelliere , e il Vefcovo d’ Alba giurato , eh’ egli non avea confentito a pregiudizio alcuno della Chieia Milanefe. In queft’ Anno ancora, per atteftato di Caf-faro ( c ), i Genovefi colla lor Flotta arrivarono alla bocca Arno. Sbarcati furono alle mani colla fanteria e cavalleriaVUtn[x 1. j* de’