Anno MCLVI. 511 la fua i Popoli di quelle contrade. Con quella frode, e con gran profusone d’ oro guadagnati non pochi Baroni di Puglia , s’erano fatti padroni di un gran tratto di paefe , e Ipezialmente di Bari Capital della Provincia , dove era morto Michele Paleologo , Con-dottiere di quella imprefa . Corl’e anche voce in Germania , che Guglielmo Re di Sicilia foife o mancato di vita o impazzito. E in fatti abbiamo da Ugone Falcando (a ) , che Guglielmo nell’An-no addietro per artificio del fuo disleale Favorito ed Ammiraglio Maione, fe ne flette come chiufo nelle llanze del fuo Palazzo in Palermo , fenza dare udienza a chi che iìa , fuorché ad effo Ma-ione , e ad Ugone Arcivefcovo di quella Città. Ora benché Federigo odiaffe non poco il Re Guglielmo , pure più rabbia in lui cagionava il vedere, che i Greci, Potenza maggiore, e capace di far maggiori progreiìì in Italia , avellerò ufurpata la Puglia -, e però chiamandoli traditori , già fi difponeva a tornare in Italia per muovere guerra contra di loro. Ma da che intefe , che Guglielmo era vivo , e fano di mente , e che altra faccia aveano prefa gli affari di Puglia , ficcome dirò fra poco , fmontò da quel dilégno, e folamente rivolfe i fuoi penfieri contra de’ Milanefi, che erano in fua difgrazia, con fare i preparamenti neceffarj per tale imprefa. Ora è da fapere, che, per atteilato del fuddetto Ugone Falcando , molte trame furono fatte dal menzionato Maione contra di non pochi Baroni della Sicilia , i quali giunfero a ribellarli con gran confufione di co fe in Palermo , e in altri Luoghi. Servirono tali fconcerti a rifvegliare T addormentato Guglielmo , che non arrivò già per quello a conofcere , qual moflro egli teneffe appreffo nella pedona di Maione . Rifaputo bensì finalmente il grave sfa-fciamento de’fuoi affari in Puglia, fi applicò tolto al riparo. 11 fuo primo tentativo fu quello di rimetterfi , fe potea , in grazia di Papa Adriano (¿), e tanto più perché fi venne a fapere, che F Imperador Greco facea propofizioni ingorde di danaro al mede-fimo Pontefice per ottener tre Città maritime , con promettere ancora di dargli tali forze di gente e d’ oro , da poter cacciare Guglielmo dalla Sicilia. Venuto dunque a Salerno inviò al Papa il Vei’covo Eletto di Catania, ed altri della fua Corte, con pieni-potenza di far pace colla Chiefa Romana , offerendole il danaro efibito da i Greci , tre Terre per li danni dati, omaggio ed ubbidienza , e la libertà delle Chiefe. Non preilò fede a "tutta prima il Pontefice Adriano a quelle propofizioni , e per chiarirfene in- (a) Hugo Falcandiis in Chron. ( b) Curi, dt Arjgonia in Vii. Air. 4.