Anno MCLXII ro circa mille fanti da Milano col Carroccio , che giurarono come i precedenti. Volle Federigo quattrocento ortaggi, e fpedì fei Tedefchi, e fei Lombardi, fra’quali fu Acerbo Morena , allora Podeftà di Lodi, continuatore della Storia cominciata da Ottone luo padre, acciocché efigertero il giuramento di totale ubbidienza da tutto il Popolo Milanefe . Andò l’imperadore a Pavia con tuttala Corte, e nel dì 19. d’eiio Mefe di Marzo mandò ordine a i Confoli Milanefi, (a) che in termine di otto giorni (») Acerbus tutti i Cittadini , mafchi e femmine evacuafsero la Città con Moreno. Sire . . / o 1 f 1 Raul. Otto quel, che poteano portar leco . Spettacolo lommamente iagn- de s_ bujìo. mevole fu nel dì 25. il vedere lo sfortunato Popolo piangente abbandonar la cara Patria co’ piccioli lor Figliuoli, con gl’ infermi , e co i lor fardelli, portando quel poco , che poterono , e lafciando il refto in preda a gli ftranieri. Alcuni giorni prima, cioè nel dì i 8. fe n'era già partito X Arcivefcovo Oberto coll’Arciprete Milone , Galdino Arcidiacono, ed Alchifio Cime-liarca , edito per trovar Papa Alejfandro, che tuttavia dimorava in Genova . Chi potè , fe ne andò a Pavia , a Lodi, a Bergamo, a Como e ad altre Città, ma l’infelice Plebe fi fermò fuori della Città ne’ Monifteri di S. Vincenzo , di S. Celfo , di S. Dionifio , e di S. Vittore, fperando pure, che non forte eftinta affatto nel cuore dell’lmperadore la clemenza, e ch’egli foddisfatto dell’ubbidienza, permetterebbe il ritorno alle lor cafe. Non poteva eflere più vana una sì fatta lufinga. Comparve nel dì feguente Federigo, accompagnato da tutti i fuoi Principi e foldati, e da’ Cremoneiì, Pavefi , Novarefì, Lodigiani , e Cremafchi, e da quei del Seprio , e della Martefana ; ed entrato in Milano l’ abbandonò all’ avidità militare . Nel facco nè pure alcun riguardo s’ebbe alle Chiefe. Furono afportati i lor tefori, i facri arredi, e le Reliquie. Ed allora dicono, che trovati i Corpi creduti de’ i tre Re Magi, e donati a Rinaldo Arcicancelliere ed Arcivefco-vo Eletto di Colonia, furono portati alla di lui Città , dove di prefente la popolar credenza li venera . Scriffero alcuni, che anche i Corpi de’ Santi Gervaiìo e Protaiìo furono portati a Brifac^ co ; ma il Purieelii, e il Signor Sarti Bibliotecario dell’ Ambro-iìana, hanno già convinta di falfo una tale opinione. Sire Raul , Autore di quefti tempi fcrive feguito folamente nell’Anno 1164. quefto pio ladroneccio. Poscia ufcì della bocca Imperiale il crudele editto della total diluzione della Città di Milano. Se forte vero ciò , che rac* con-