i74 Annali- d’ Italia; nè pure Arrigo riportò frutto alcuno da quefto nuovo tentatici) Berthold, vo. (a) Fece ben egli da un traditore attaccar fuoco alla Ba-f^ehroniÌÌ ^ica Vaticana, fperando che i Romani accorrendo all’incendio abb ¡ndonerobbono la guardia delle mura. Ma avvertitone Papa Gregorio, ordinò tofto , che maggiormente fi annafferò i porti j e confidato nell’aiuto di Dio, e nella protezion di San Pietro , fece il fegno della Croce fopra le fiamme, e quefte ceS-(b') Chronk. Sarono. Abbiamo dalla Cronica di Paria (¿), che nel dì 17. F^fcajt c|i Marzo effo Arrigo andò a viiìtare il celebre Moniftero di eS-Rer. uàhc. ^'a Far^a» ricevuto ivi con tutto onore da que’Monaci, i quali punto non badavano alle Scomuniche Pontificie, e tennero Tempre con effo Re, perchè quello era Moniftero Regale o iìa Imperiale. Fu da i rnedefimi ammeffo alla Confraternità, e alla participazion delle loro orazioni: rito antichiffimo dell’Ordine Benedittino. Affediò egli il Cartello di Fara, e lo refti-tu'j all 'Abbate Berardo. Fece dipoi prigione Boriinone Vejcovo di Sutri, perfonaggio celebre non men per le fue diSavventu-re, che per la Sua Letteratura , reftando tuttavia alcuni Opuscoli Suoi manuScritti, uno de’quali, cioè de Ecclejìajhcis Sa- (c) Ànùqu. cramentis , è ftato da me dato alla luce (c). Fu egli dipoi bai. Differì. creat0 VeScovo di Piacenza, ma da gli Scismatici reftò un giorno barbaramente trucidato. In queft’Anno ancora il timore dell’Aria malSana de’contorni di Roma fece dopo PaSqua tor-(,!')C1rdin.1i nare ^rr^° con Pochi verfo la Lombardia. (d) Laiciò fiondile- Armonia meno 1’Antipapa Guiberro in Tivoli coll’eSercito, acciocché con* inVitylf'e' tinuaffe il blocco di Roma, con farlo divenire di fallo Papa vero goru ' Generale d’Armata. Oftinatamente intanto profeguì il Duca Roberto Guifcardo anche nel verno l’affedio di Durazzo nell’Albania. (e) Gaufrid. (/) Accadde, che un certo Domenico Nobile Veneziano ebbe de Mitaterra i disgufti in quella Città, difefa allora dal valoroSo ftuolo de’Ve- l% Ìdiì Ai' neziani. Quefti perciò cominciò una trama col GuiScardo per ren-Apulus 'i 4. derlo padrone della Città, con fari! prima accordare in Moglie una Nipote del Duca, ed altre vantaggiofe condizioni. Andò sì (f) Anony. felicemente innanzi il trattato, (f) che nella notte del dì 8. di Febbraio dell’Anno prefente, (calate le mura, i Normanni furono regrìnium. introdotti nella Città. Reftò prigione il Figliuolo del Doge di Venezia con altri molti Veneti, e con affai loro navi, e tutto il circonvicino paefe in potere di Roberto . f nna Ora AleJJìo Augujlo non fapendo più che argine mettere al iS;. torrente impetuofo di quefto Concitatore (g) , Spedì un’ambasce*