450 Annali d’ Italia. il Duca dice : Cum ad noflrum domìnium fpeclent multa Oppìda j Cafra, ctque Rura Jita in Marchia Tnvifana, & ea, qua in di-firiciu Veroncnfl habemus &c. Può ettere , che ad un altro Anno, e forfè al Duca Arrigo Leone appartenga quel Documento. Ma comunque fi a, di qui ancora riiulta il dominio, che la Linea Eftenfe di Germania, cioè de i Duchi di SaiToma e Baviera, tuttavia riteneva in Italia fopra la fua parte dell’ eredità del Marchete Alberto Azzo li. progenitore anche dell’ altra Linea de5 Marchefi d’ Efte . Si trovò Cremona ribellante all’ Imperadore; e pure i Cre-monefi erano flati finquì nemici di Corrado innalzato da’ Mi-lanefi, e contrarj all’Antipapa. Si fa, che avendo loro ordinato 1’ Imperadore di rilafciar i prigioni Milanefi, noi vollero ubbidire, nè confentirono alle propofizioni di pace. Ottone Fritti Otto Fri- fingenfe fcrive, (a) che dibattuta la controverfia de’ Milanefi Ì?ACf;: co 1 Cremonefi , fu data ragione a i primi, e mefli gli altri al bando dell’ Imperio. La difputa era per Crema. Perciò Lottano in pattando pel territorio loro , permife il facco de i loro poderi, e il taglio alle loro vigne. Cdfalam, item Cincellam oppugnava , cepit , & dejìruxit, ìnterfeclis, & *captis plurìbus . Qui fi parla di Cafal Maggiore ; ma qual Luogo fia Cincella, noi so dire . Arrivato pofcia 1’ Imperadore a Roncaglia fui Piacentino, bellittima e larga pianura, quivi per molti giorni fi riposò, ed alzò Tribunale con rendere a tutti giuftizia. Vennero colà ben quaranta mila Milanefi ad inchinarlo con lbmma allegrezza , e in ubbidienza di lui Cajlrum munitijjìmum SamaJJan oppugnantes -, ejus tamdem adjutorio ceperunt. Sono fcorretti pretto 1’An* nalifta Saffone varj nomi di Luoghi e di perfone Italiane. In vece di SamaJJan credo io, che s’ abbia a leggere Soncinum , che veramente fu prefo con S. Battano , come s’ ha da Landol-/S Lul'iorl'^° Pa°l°(^)- Andò pofcia Lottario a mettere il campo Bifl.Med. ne’Borghi di Pavia, Città, che al pari della collegata Cremona caP' 4S- noi volle ricevere, anzi gli mandò alcune rifpofte ingiuriofe . Male per quel Popolo, perchè prevalendoti dell’ occafione i Milanefi, acerbi loro nemici, talmente fi diedero all’ ingegno, che mifero il piede in quella Città. Già s’ era dato principio a gl’incendj e alle ftragi ; ma ufciti in proceffione i Cherici e Monaci, corfero chiedendo mifericordia a i piedi dell’ Imperadore , il quale ficcome Principe clementiffimo loro perdonò, e tece defiflere i Milanefi dalle offefe. Ma perciocché nel