Anno MCLXVIII. 585 Federigo, acciocché ne facefle vendetta, o ne ricavaiTe un grof-fo rifcatto. In quell’Anno (a) nel Giovedì Tanto, cioè a dì z8. (a)Cont.A-di Marzo per le iftanze di Galdino Arcivefcovo di Milano, e per cerb-Morene' paura di mali maggiori, il Popolo di Lodi abiurò l’Antipapa Pa-fquale, e ridottoti all’ubbidienza di AlelTandro Papa, eleffe per fuo Vefcovo Alberto Proporto della Chiefa di Lodi. Intanto cre-fciuti gli animi de’ Popoli collegati della Lombardia per la fuga dell’lmperador Federigo, fi accinfero quelli alla guerra contra de’Paveli, e del Marchese di Monferrato, che foli in quelle parti rellavano più che mai attaccati al partito d’eifo Augutto . Per maggiormente anguftiare Pavia, venne loro in capo un grandioso penfiero, cioè quello di fabbricar di pianta una nuova Città a i confini del Pavefe e del Monferrato. Però i Milanefi, Cre-monefi e Piacentini nel dì primo di Maggio ( b) unitamente fi (b) CW. de portarono fra Afti e Pavia in una bella e feconda pianura, cir- A rag. in Vit. condata da tre Fiumi, e quivi piantarono le fondamenta della pk*aj^n 3‘ nuova Città, obbligando gli abitatori di fette Terre di quelle par* iie'r.luikar. ti, e fra l’altre Gamondio , Marengo, Roveredo, Solerà, ed O-vilia a portarfi ad abitare colà. Pofcia in onore di Papa AlelTandro III. e difpregio di Federigo, le poiero il nome d’ Alexandria . Perchè la fretta era grande, e mancavano i materiali al bifo-gno , furono i tetti di quelle cafe per la maggior parte coperti di paglia: dal che venne, che i Paveiì ed altri emuli cominciarono a chiamarla Aleffuidna dalla Paglia: nome che dura tuttavia. Ottone da S. Biagio (c) mette fotto l’Anno 1170. l’ori- (ci Otto d& gine di quella Città, forfè perchè non ne dovette sì pretto preti- Sc'hf0Ljf‘°0 ln dere la forma. Ma è Scorretta in quefti tempi la dt lui Cronologia. Il Continuatore di Caffaro (d) anch’egli ne parla ali’An- (d)Caffari no prefente. Lo fletto abbiam da Sicardo, e da altri Autori. Cer- Ann. Genti* to nondimeno è, che di buoni baftioni e profonde foife fu cinta Rer, i'tau'c, quella nafcente Città , ed efiere flato tale il concorfo della gente a piantarvi cafa , che da lì a non molto arrivò effa a metter infieme quindici mila perfone parte di cavalleria e parte di fanteria, atte alTarmi e bellicofe . E nell’Anno feguente i Confoli della medeiìma Città, portatili a Benevento, la mifero fotto il dominio e protezione de’Romani Pontefici, con obbligarli a pagar loro un annuo cenfo o tributo. Tutto ciò fu di fomma gloria a Papa AlelTandro. Attaccato finquì era. flato Obi^o Mar~ chefe Malafpina, potente Signore in Lunigiana, & anche pof-fellore di varj Stati in Lombardia, al partito di Federigo. Ma da