454 Annali d’ Italia» daife a nome dell’ Imperadore, da che aveano prefo ancor quelle Città forma di Repubblica. Pafsò dipoi l’Imperador Lottario in vicinanza di Ravenna, dove fu onorato da quell’Arcive* fcovo G aaltieri, e da tutto il Clero e Popolo. Po/l hcec aggre/-(a) Annali, fus efì Lutiran (a), quam pnorìbus fatis rebellem & inexpugna-jfa Saxot bilem Imperato nbtis, primo impetu cepit. Che Città fi a quella, mi è ignoto. Ben di qui ancora fi vede, che la Romagna era allora de gl’Imperadori, e che ne invertivano gli Arciveicovi di Ravenna. Inde Vanam ( Fano ), deuide Sinegalla ( Sinigagiia ) obfedit , & expugnavit. Sicque Aveanam Civitatem adut. Vuol, ibi Otto F; ' Grec*° » dire Ancona. Sono di Otton Frifingenfe (b) quelle pa-jino. in Chr. fole Anconam, Spoletum cum ahis Urbibus feu Ca/ì.ellis in denti j. e. ip. dittonem accepit. Ciò fecondo il fuddetto Annaliila , non lue-cedette fenza venire alle mani col Popolo d’Ancona, e colla morte di due mila d’eflì: dopo di che e per mare e per terra attediata quella Città fu coilretta a renderli, e a contribuir cento legni al fervigio del medefimo Auguilo. Ma Buoncompagno, Storico di quello Secolo, ed Italiano, (c) niega, che Ancona Anconaj?. fi rendeife a i voleri dell’Augullo Lottario, il quale l’attediò Rer. Italie, bensì, ma fenza frutto . Gli Scrittori Tedefchi fapeano per lo più gli affari d’Italia per fama ; e la fama ingrandisce facilmente le cole. Se crediamo all’Urfpergenfe, Lottario paifato l’Apen-nino andò a Spoleti, fenza faperfi, perchè quella Città faceife relìllenza all’Imperadore, e maffimamente fe metteifimo per vero, che allora quelle contrade foifero governate da uno de’ Duchi Guarnieri, Vaifalli dell’imperio. Sembra nondimeno più probabile, che Lottario non valicalle l’Apennino, fapendo noi dall’Annaliila Saifone, che celebrò la fanta Pafqua nella Città di Fermo, e di là entrò nella Puglia, impadronendofi a forza d’armi di Cartel Pagano Luogo fortiffimo, al cui Governatore Riccardo fece pofeia il Re Ruggieri abbacinar gli occhi, per non aver fatta la dovuta refiftenza . Spedi egli il Duca Corrado <&d oppugnandum Cajìellum Rtgian, i cui abitatori non afpetta-rono la forza per renderli. Arrivato eifo Corrado a Monte Gargano, l’aifediò per tre giorni, finché giunto anche l’Imperatore col groffo dell’ Armata , quel Popolo depofe farmi, e venne all’ubbidienza. Dopo aver fatte le lue divozioni alla Bafili-ca di S. Michele Arcangelo, pafsò Lottario a Troia, Ranne ( forfè Canne ) e Barletta, gli abitatori delle quali Citta ©ftiimen-ie ufeirono contro al Cefareo efercito, non con altro guadagno,