I Anno ML I V, 169 loro tributo. Unfredo Conte e capo d’eilì fece allora afpra vendetta de gli uccifori di Drogone fuo Fratello,e forzò all’ubbidienza le Città di Troia, Bari, Trani , Venofa , Otranto, Acerenza , ed altre Terre . Ma quello litorico diede qui ne gli eccelli , con attribuir tutte quelle prodezze e conquifte ad Unfredo . Certamente parte d’effe fuccedette dipoi . Mandò ancora , per teili-monianza di lui, Roberto Guiscardo fuo Fratello a far delle conquide in Calabria. Uomo di mirabil accortezza e bravura era Koberto , e perciò feppe ben profittarne . Fors’anche fece più di quel, che fi afpettava o voleva Unfredo, e quindi nacque lite fra loro, di maniera che un dì trovandoli interne a pranzo, Unfredo gli fece mettere le mani addoffo, e fguainata la fpada, era in procinto d’ ucciderlo ,fenon foffe llato trattenuto da òoce-lino . Redo Roberto in prigione per qualche tempo , finché depo- ilo lo sdegno, Unfredo non folamente gli rellitui la libertà ed a-micizia primiera , ma gli concedette ancora quanto effo Roberto avea acquillato, ed era per acquillare in Calabria , con dargli anche un buon foccorfo di cavalleria . Di più non vi volle , perchè Roberto parte colle alluzie , parte colla forza slargaffe in quelle contrade i confini del fuo dominio. Abbiamo la conferma de’ Privilegi data dall’ Auguilo Arrigo a Benedetto Vefcovo d’ A-dria , (a ) II. Idus Februarii, Anno Do mime ce lnearnaùonìs M- (a) Antlqv; Lì ìli. Indiclione VII. Aclum Turegum. Le altre Note han bifo- [fallc- Dif- j’ re • gno d eliere ritoccate . Anno di Cristo mlv. Indizione vili, di V 1 tt o R E 11. Papa 1. di Arrigo III. Re di Germ. 17. Imperad. 10. PEr quanto s’ha da Leone Odienfe (¿), fu fpedito in Ger-(b'£«> O» mania dal Clero e Popolo Romano Ildebrando, allora Sud-flieT,fls l,h-2% diacono della fanta Chiefa Romana , acciocché impetraffe dall’cap' 8^' Imperadore la libertà di eleggere a nome d’ effi Romani un nuovo Papa , il creduto da lui più degno, giacché in Roma dicono, che non fi trovava perfona atta a sì gran minillero, Seelfe egli Gebeardo Vefcovo di Aichllet, Prelato di gran prudenza e facol-toi’o , col confenfo de gli lleffi Romani, e prefentollo all’ Impe-radore , il quale non fapeva indurii a concederlo , perchè 1’ amava affaiifimo, e il riputava troppo neceffario ne’lupi configli. Ripugna-