Anno MCLXVIII. 587 rè a foddisfar pel danaro sborfato a conto di lui. Ma un ibldo mai non fi vide . Il perchè i Genovefi fi contentarono di condur- lo in Sardegna, dove diede fperanza di pagare. Andarono , e fecero raccolta di danaro; ma perchè molto vi mancò a foddis-fare i debiti contratti, riconduffero a Genova quel fantasma di Re. In quefti tempi i Romani moifèro guerra al Popolo d’Albano (a), perchè era flato in favore di Federigo contra di lo-0) Cardini ro, e tanto fecero che diflruffero da’fondamenti quella Città , * ancorché foife in quelle parti Cnjìiano eletto Arcivescovo di Ma* Uxandrì 3. gonza, mandatovi da Federigo, per foilenervi il fuo partito. Rodeva i Romani un pari, anzi maggior defiderio di vendicar- tr" aiC‘ fi de’Tufcolani, per cagion de’quali aveano patita sì fiera rotta nell’Anno precedente, e recarono loro anche gran danno,-ma non confentendo la Chiefa a i loro sforzi , defifterono per allora da tale imprefa. Tornò parimente in queft'Anno Ma-nuello Comneno Imperador de’ Greci ad inviare Ambafciatori a Benevento , dove era il Pontefice Aleffandro; e ficcome ben informato delle rotture, che paffavano fra eiTo Papa e Federigo, fi figurò facile di poter ora ottenere il fuo intento. Cioè di far privare della Corona Federigo, e che quefta foife poi conferita a lui, e a’fuoi Succeifori. Per ifmuovere la Corte Pontificia, venne con gli Ambafciatori un’immenfa quantità d’oro. Ma Aleffandro, Pontefice de’ più prudenti, che s’abbia avuto la Chiefa di Dio , ringraziò forte il Greco Augufto per la fua buona volontà e divozione,- ma per conto della Corona Imperiale fece lor conofcere, che troppo difficultà s’incontravano, nè conveniva a lui il trattarne, per effere ufizio fuo il cercare la pace, e non già la guerra. Pertanto rimandò indietro efìì Ambafciatori colla lor pecunia, e ipedì con tale occafione due Cardinali alla Corte di Coftantinopoli. Abbiamo da Giovanni da Cec-cano (¿), da Romoaldo Salernitano (c), e da altri Storici, che ^ j0/,arin-l’Antipapa Pafquale III. o fia Guido da Crema, mentre flava de Ceccano nella Bafìlica di S. Pietro fuori di Roma, fu chiamato da Dio al Fo^'x rendimento de’conti. Morì egli impenitente nel dì 20. di Set- (c)Romuaid> tembre. Pareva che lo Scisma colla morte di coftui aveffe af- scahlrerjc„ fatto a celiare, perchè ninno più vi reftava de’Cardinali Scis- Rei. Italie, matici, e gli Antipapi d’allora non foleano crearne de i nuovi, ficcome vedremo fatto nel grande Screma del Secolo XIV. Tuttavia gli Scismatici non fi quetarono, e fi trovò un Giovanni Abbate di Struma, uomo Apoffata e pieno di vizj? che fi fece