1 64 Annali d’ Italia dì 29. di Mar^o, e in queft’Anno fi celebrò effa nel d\ 17. d’Aprile. Nè vogliono tacere, che viene anche citatala Vita di (sì Vita s.S. Meinwerco Vefcovo di Paderbona ( a), per comprovar 1’ opi-apuTiéib- ™one de’fuddetti foflenitori dell’Anno 1019. Ma quella Vita, n'uium T. /.quand’anche dicefìe ciò, che pretendono , eflendo fcritta nel Seco-Scriptor; ]0 fuffeguente , non può chiamarfi un teftimonio infallibile di quel runsvic. cjig cerc^amo t Oltre di che fors’anche quella va d’accordo coll’opinione mia , fcorgendofi , che il medefimo Autore all’Anno fuffeguente mette il paflaggio a miglior vita del fuddetto Sant’ Eriberto, il qual pure viene flabilito nell’Anno 1021. Fra 1’altre cofe, che aggiugne 1’Autore della Vità fuddetta di Santo Arrigo Imperadore, racconta, che nel Matutino di Pafqua il Patriarca d Aquikia recitò la prima lezione , 1 ' Arcivefcovo di Ravenna la feconda, e il Papa la terza. E che pofcia il Pontefice medefimo Vili. Kalendas Mail Bajilicam in honore Sancii Sie-phani confecravit ; e lo ftefib ancora abbiamo dall’Autore della Vita di S. Meinwerco. il dì 24. d’Aprile qui enunziato più s’ accorda collamia fuddetta opinione. Saggiamente ofl’ervò il Car-* dinal Baronio , che i motivi per li quali andò volentieri Papa Benedetto, ancor quello vi dovette elfere di commuovere TAu-gufto Arrigo a condurre o fpedire una buona Armata per far’argine ai progreflì de i Greci. Circa il dì primo d’Ottobre nell’ Anno precedente era fucceduta, come dicemmo, la disfatta del picciolo efercito di Melo. Tutto perciò andava a feconda de i Greci , i quali non folamente ricuperarono quanto aveano perduto, ma eziandio tirarono nel loro partito Pandolfo II. Principe di Capua. Scrive l’Oftienfe: ( b) Quum Capuanus Prin-^jherl'chron cePs ¿aten:er javer et Con(ìantinopolitano Baliho, jecit interim 12. c. 38. fieri claves aureas , & mfit ad illuni, tam fe, quam Civiiatem Capuanam , immo univerjum Princìpatum ejus per hcec Imperio cotitradens. Davano ne gli occhi , e gran gelofia recavano a Papa Benedetto quefti maneggi ed avanzamenti de’Greci , che Rendeva« no il lor dominio fino ad Afcoli; e fe mettevano il piede anche fopra il Principato di Capua , già fe li fentiva alle Porte di Roma . Nè era già da iperare, che i Greci Augufti aveffero volute Jafciar’a i Papi , fe fi foffero impadroniti di Roma, quella Signoria, che fecondo i patti con glTmperadori d’Occidente da più di due Secoli godeva . Però dovette il buon Papa foliecitare , per quanto potè, 1 Augufto Arrigo ad impiegar le fue forze contri di