Anno M CL X VII. 577 imprefa, ma è cofa non sì facile da credere. Ora 1’ avvilo della vittoria riportata dalie Sue genti fotto Tufcolo, ma più quella molla dell’armi Siciliane, furono i motivi , che indulsero Federigo a difmettere 1’affé dio d’Ancona a fine di trasferirli verfo Roma . Per mantener nondimeno il decoro , ed acciocché non pa-reffe , che la ritirata veniffe da paura, ammife dopo quali tre Set-timane d’affedio ad un trattato d’accordo gli Anconitani, i quali s’ obbligarono di pagargli una gran fomma di danaro , e per Sicurezza del pagamento gli diedero quindici ortaggi . S’ingannò Ottone da San Biagio con altri, allorché fcriffe , che Ancona fi ren-dè all’Imperadore. L’impazienza di Federigo era grande, nè volendo afpettare i lenti palli della fanteria, prefa feco la cavalleria , e 1’Augufta fua Moglie , a gran giornate marciò verfo la Puglia . Alla nuova , che s’ accollava l’ Imperadore , e fulla credenza ancora, che con tutta 1’Armata egli veniffe, il ritirarono ben previamente dall’ affedio del fuddetto Cartello le SoldateSche del Re di Sicilia. Con tal fretta marciò Federigo, che raggiunfe i fuggitivi al parto di un Fiume , dove molti ne fece prigioni . Affediòevin-fe un Cartello tolto dal Re Guglielmo a Roberto Conte di Baffa-villa , con reftituirlo poi ad erto Conte . Arrivò fino al Tronto , mettendo a facco e fuoco tutte quelle contrade. Sua intenzione pareva di paffar più oltre , ma sì vigorofe furono le iilanze dell’ Antipapa Pafquale , dimorante in Viterbo , per tirarlo a Roma , sì in virtù delle promeffe a lui fatte , come anche per la iperanza di cacciarne Papa Aleffandro , che Federigo con tutto l’efercito fi morte a quella volta, e nel dì 24. di Luglio giunfe a mettere il campo nel Monte del Gaudio , appellato Monte Ma- lo dallo Scrittor della Vita di Papa Aleffandro , che racconta il di lui arrivo colà JX. I V, Kalendas Augufìi . Nulla più foipirava egli, che d’impadronirli della Baiìlica Vaticana ; nè tardò a Superar la Cortina e il Portico di S. Pietro , con ifpogliare e dar alle fiamme tutte quelle cafe . Ma nella Vaticana non potè sgli entrare, perchè fortificata e ben difefa dalla Mafnada di S. Pietro, cioè da i Soldati raccolti da i beni patrimoniali della Chie-Sa Romana. Diedero i TedeSchi varie battaglie al Sacro Luogo per una continua Settimana, Sempre inutilmente , finché riuScì loro di potere attaccar fuoco alla Chiefa di Santa Maria del La-voriere, olla nella Torre. Effendo quella contigua a S. Pietro, poco mancò , che le fiamme non penetraffero anche nella Baiì-iica. Mife nondimeno quell’incendio tal paura ne’ difenSori, maf-Tome VL O o Urna-