<3» 27 ojí» Diverso dai fin qui descritti è quello notato nel museo Pasqua-ligo con parole greche e secondo quel costume, cioè col doge o principe alla destra del Santo e colla leggenda : .. vm. kva. koc-düx-s. m. venet. che lo indica in qualche modo moneta veneziana. Secondo il Pasqualigo, appartiene ad Ulatko Cossaccia, figlio di Stefano, il quale verso il 1400, dopo il padre, ebbe il ducato di San Saba ed Erzegovina, e che, abbisognando della protezione dei Veneziani, ottenne anche il loro patriziato, qual poi solo restò a lui e suoi discendenti, perduto avendo ogni dominio intorno al 1450 per le conquiste di Maometto li e di Bajazet II. L’ imitazione dello zecchino veneziano, che intorno al 1442 tentarono pur i Fiorentini col nome di san Zenobio loro vescovo, è indicata anche dal Carli : e quella dei principi francesi di Dombes o Trevoux, accaduta più tardi, intorno al 1590, col nome di san Marco ivi pur protettore, ed inutilmente reclamata nel secolo seguente dai Veneziani, venne già a stampa illustrata con sua dissertazione (Mem. per servire all’istoria lett.; Venez., 1757, tom. IX) dal vescovo veneziano Giovanni Agostino Gradenigo. In appresso alle classi e tempi rispettivi sono da indicarsi alcune consimili monete di rame o biglione, che contemporaneamente in antico ebbero corso in Venezia, ed altre ancora di stampo eguale, battute più tardi, in oro ed in argento, e del valore in proporzione a quello dello zecchino medesimo, o ripetuto, o dimezzato, o raddoppiato. E pura curiosità uno zecchino d’ argento dorato della Marciana di Gio. Soranzo col conio identico di quello d’ oro. Vi ha questa moneta consecutivamente di tutti i 75 dogi, che pel corso di 515 anni si seguirono, da Giov. Dandolo fin al 1797, benché di taluno rarissima, e singolarmente tali sieno quelle di Marco Barbarigo e di Pietro Mocenigo. Anche dopo, collo stampo dell’ ultimo doge, dal 1798 al 1822, si proseguì nella zecca veneziana per uso dei privati e de’ commercianti, e così abbondantemente, che ben 14 milioni di effettivi zecchini ne uscirono nel solo periodo dei primi dodici anni, che, singolarmente sotto il felice regime austriaco, riuscì auspicatissimo al veneziano commercio. In