85 «s>- dell1 illustre Michele Sofiano di Cliio ) scolpita sovra la porta maggiore della chiesa : u A Cristo Salvatore e al Santo martire Georgio, i Greci trasmigrati e quelli che sempre approdano a Venezia, per potere, secondo i putrii riti, adorare Iddio, di /oro facoltà largheggiando, il tempio dedicarono. 15(>4* ” ^a quale inscrizione, posta in quest’ anno medesimo, fa chiaro testimonio non già del compimento del tempio ( come tutti hanno stampato, anche con errore nell'anno ), ma della sua solenne dedicazione avvenuta il 23 d1 aprile, festivo del Titolare. E forse a questo giorno accennano alcuni jambici greci del cretense sacerdote Zaccaria Scordilli, che del 1569 e 1588 in fine d’un suo libretto (rarissimo) venivano pubblicati colla iscrizione del Sofiano, abbreviata però della quarta linea (1). Ora, poiché fu eretta con tanta magnificenza la chiesa, a due cose fu provveduto : decorarne e dipignere l1 interno, e fondare un campanile. Fu questo cominciato a lavorare da Bernardino Ongarin, a dì i\ di settembre 1687, patteggiatore e ordinatore Simon Sorella, proto della fabbrica della Procuratia (2), e compiuto di fare il 19 di novembre 1592, colle limosine de’confratelli e con mille ducati lasciati a ciò da Giacomo Samariari. Ma della sua inclinazione, che tanto diede da discorrere e da temere, essendosi più cose scritte, basterà credere col Temanza (3) che la detta inclinazione succedesse nel tempo che si costruiva, cioè molti anni prima che fossero murate le celle. Le quali, da sodi pilastri sostenute, lo circondano e sono a perpendicolo sempre giusto fin dal 1617,che furono fatte colla soprantendenza di Francesco Contili. Ciocché fece dire al Temanza che uno dei fratelli Contili fu l1 esecutore del campanile (4). Ma quanto è all1 interno del tempio, non solamente vollero i nazionali con architettoniche decorazioni abbellirlo, ma sì ancora con altri lavori : e sopra tutto con mosaici di stile, abiti ed aeri conformi alla semplicità orientale ; niente curando che di que’tempi fosse Parte del dipingere fiorentissima e potessero valersi di pennelli eccellenti. Intagliavano pertanto le sedie Francesco Cattaneo, Girolamo Righetti e Girolamo Felerin, detto Pana ( 1574-77 ) ; offeriva il corcirese Antonio Vergi i quadri di Cosmo e di Damiano, di Mosè e di Elia (1577) ; alcuni quadri restaurava il greco pittore Michel Damasceno di Creta ( 1574 ) * dipingeva egli nei vani superiori alle minori arcate della chiudenda (o velo del tempio ) il Battesimo, la Natività di Cristo e gli Apostoli corifei ( 1577 ) » e *n Santuario sulla parte inferiore delPabside i quattro Dottori di Chiesa, che fanno cerchio all1 aitar maggiore ; e più sopra fra i due Arcangeli Nostra Donna ( 1579 ). E poiché coi molti denari offerti dal cretense Giacomo Carvelà volevasi tutto quanto istoriare il tempio, conducevasi intorno ad esso per infino al gineceo P imposta del grand1 arco della chiudenda, ornando le finestre laterali con intagli di pietra viva (i586). Giovanni di Cipro dipingeva la cupola, consultore e correttore Giacomo Tintoretto (1589-90) ; poi dipingeva Pinterno delPabside laterale a destra (i593). Lavorava Giovanni Grapiglia Pelegante pulpito con sottovi l1 aquila bicipite, raffigurante l1 arma della sede di Filadelfia (1597), Il Salvatore a mosaico nella tazza delPabside maggiore, disegnato dal greco Tornio Bathà (poi che quello di Giacomo Palma non piacque) è lavoro di Giannantonio Marini e Alvise Gaetano (1597-98). Lor fattura a mosaico nel giro del vólto sono pure le grand1 imagini di Nostra Donna e del Battista, sui disegni di Giacomo Vassilachi ( forse congiunto (1) Crusius, Turco-graecia, p. 200. — Mustoxidi, Ellenomn., p. 3x5. (2) Arcliiv. della Scuola, Conti e Carte, fase. 57. (3) Suo parere autografo in Archivio. (4) Vite degli architetti, p. 2,53. — Arcliiv. cit.