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lontanato quali quattro miglia dalla Città per maggior fallo > ed affinchè paffafièro i fuppiichevoli per mezzo a i foldati sfilati per tutta la llrada. Furono poi rilafciati <la i Milaneli i prigioni, fra i quali (ì contarono mille Pavefi . La bandiera dell’Imperadore fu alzata nella Torre della Metropolitana di Milano, che era la più alta di tutte le fabbriche di ‘Lombardia .
  Poscia portatoli l'Augurto Federigo apud Modoicum, Sederti Regni Italici, coronatur , cioè a Monza. Giudica io (a) '(a) Commini. una volta, che quelle parole di Radevico indicaflero conferita illora la Corona del Regno Italico a Federigo ; ma fecondo le Lat-n. i eflervazioni fatte di fopra, altro non vogliono lignificare, fe non che egli comparve in pubblico colla Corona in capo. In die Nativitatis beata Maria Virginis Imperiali diademate procejfit coronatus , dice 1’Abbate Urfpergenfe . Avea Turifendo Cittadino Veronefe occupato il Caltello Regale di Garda, nè volen-dolorendere i Verone!! all’Imperatore, giacché il comandar colle lettere non giovava, andò Federigo colà con un corpo di milizie, e paffato l’Adige, cominciò le oftilità nel loro territorio: il che è da credere, che gl’induceffe ad ubbidire. Volte poi ortaggi da tutte le Città del Regno ; e tutte gl’inviarono, fuorché Ferrara. All’improvvifo arrivò a quella Città Ottone Conte Palatino di Baviera , e dopo aver ivi regolate le faccende , feco condufle quaranta Ferrarefi per ortaggi . Tenne poi Federigo in Roncaglia per la fella di S. Martino la generai Dieta del Regno Italico, dove intervennero tutti i Vefcovi, Principi , e Confoli, e furono anche chiamati gli allora quattro fa-moli Lettori delle Leggi nello Studio di Bologna, cioè Bulgaro-^
Martino Gojfia , Jacopo, ed Ug?ne da Porta Ravegnana , tutti quattro Difcepoli di quell'Irnerio, o lia Guarnieri, che di fopra vedemmo primo Interprete delle Leggi in Bologna . Interrogati coftoro, di chi fortero le Regalie, cioè i Ducati, i Mar>-chefati, le Contee, i Condolati, le Zecche, i Dazj, le Gabelle, i Porti, Mulini, le Pefcagioni, ed altri limili proventi; tutto , tutto , gridarono que’gran Dottori, « dell’ Imperadore „
E però niuno vi fir di que’Prineipi e Signori, il quale cedendo alla potenza , non dimettelTe le Regalie in mano di Federigo »
Egli ne rilafciò una parte a quei foiamente , che con buoni Documenti mollrarono di goderle per indulto e conceflione de gl* Imperadori. Fu giudicato il refto del Fifco, conlìrtente in mia Tomo VI.	LI 3	ren*