449 «£>• letteraria, citeremo per primo il teatro comico. Qual si Tosse la commedia italiana innanzi Carlo Goldoni, non è chi non sappia ; qual egli P abbia resa colla smisurata forza del proprio ingegno, può piuttosto esser compreso per sentimento, che pienamente dichiarato a parole. Poniam pure che le commedie del secolo decimosesto, tutto che ligie indebitamente al fare antico, e per conseguenza lontane affatto dalle attuali opinioni ed usanze, avessero, colla felice imitazione di quella parte d’umana natura che sempre rimase la stessa, apparecchiato la strada alla nuova e nazionale commedia ; ma il lungo tempo trascorso dacché comparvero que’ primi esemplari, e la mediocrità dei tentativi che si vennero appresso a mano a mano facendo, aveano, si può dire, fatto quasi disperare del riuscimento. Lodati, perchè men nojosi degli altri, il Porta e P Amenta tra’ napoletani, il Gigli, il Nelli, il Fagiuoli, il Cicognini fra que’di Toscana, davano però eglino indizio di quello sarebbe stato il Goldoni ? La vera forza comica erasi rifugiata nelle prove estemporanee dette commedie dell’ arte, e per mostrarsi aveva bisogno della troppo spesso eccedente libertà delle maschere. 11 Goldoni, entrando nella via apertagli innanzi dall’ insuperabile virtù della propria natura, combattè di viva forza ciò appunto che solo v’ avea fin allora di vera commedia ; e le maschere, e le commedie dell’ arte, per poco ancora da esso tenute in piedi, caddero tra breve in presso che totale dimenticanza. Dovevano cosi affatto sparire dal teatro pel bene delle lettere, e in particolare della poesia ? Non è qui luogo d’entrare in questioni teoriche ; contentiamoci della storia. Nessun altro scrittore italiano può competere col Goldoni, vuoi per facilità, vuoi per inventiva. Chi dicesse di lui essere P Ariosto del dramma, non direbbe il vero ? Que’ soli potrebbero opporsi a tale intitolazione che volessero riporre nella lingua la principal dote del meraviglioso poeta. Si certo, nella lingua il Goldoni fu minor di sé stesso, e mostrò con chiarissimo esempio quanto importi di esser nato toscano avendo a maneggiare soggetti familiari. Ma, senza ricorrere alla testimonianza del Botta, che, quantunque si tenero della lingua, pur lungamente si ferma a lodare il comico nostro, e il ripone tra le più splendide vol. i, p. il, 57