Anno MXLVI. diverfa dalla narrata nell’Anno precedente. Si credeva Arrigo d’ aver terminate le guerre coll’Ungheria, che gli aveano dato tanto da Fare ne gli anni addietro, e parendogli di lafciar quieta la Germania, determinò full’Autunno di queft’Anno la fua venuta in Italia, per dar fefto a gli affari di quefte contrade, e maffi-mamente di Roma, dove defiderava di prendere la Corona deir Imperio. Era per viaggio con un efercito numerofb , quando Tenti Sconvolto di nuovo il Regno dell’Ungheria,- ma non iftette per quefto, e feguitò l’imprefo cammino. Arrivato a Pavia tenne ivi un Concilio, o pure una Dieta. Verifimil cofa è, che in tal congiuntura egli riceveffe in Milano la Corona Ferrea dalle mani di Guido Arcivefcovo. Pafsò dipoi a Piacenza, dove venne a trovarlo Graziano, cioè Papa Gregorio VI. che fu accolto con onore, e rimandato con belle parole alla Tua reiìdenza. Sul finir di Novembre noi troviamo elfo Re in Lucca, dove fece una donazione (cz) VII. Kalendas Decembris , Anno Dominici Incarna- (a) Antiqu. tionis MXLVI. Indizione XIV. Anno autem Domni Ha arici liI. reftlcjóD^: ordinatiows ejus XVI II. Regni vero Vili. A cium Luca. Giunto Arrigo a Sutri alquanti giorni prima del fanto Natale, quivi fece raunare un gran Concilio di Vefcovi, e v’inviò anche Pspa Gregorio, acciocché foffe prendente di quella facra adunanza. Non mancò egli d’andarvi colla fperanza , che abbattuti gli altri due Papi, egli remerebbe folo fui Trono. Abbiamo dalPAnna-liiìa Saffone (/’) avere un Romito ( è molto che non diceffero un (b) Annali. Angelo ) inviato al Re Arrigo quefto ricordo: fa Saxo. Una Sunamitis nupjìt tnbus mantis. Rex Henrice, Omnipoientis vice Solve connubium triforme dubium . Ora in effo Concilio fu efamiuata la caufa di tutti e tre i Papi, cioè di Benedetto IX. di Silveflro III. e di Gregorio VI. e trovato, che con male arti, e colla Simonia aveano confeguito il Pontificato, furono tutti deporti, o per dir meglio, dichiarato nullo ed illegittimo il loro Papato. Il Cardinal Baronio, che teneva non già Simoniaco, ma vero e legittimo Papa Gregorio VI. crede, eh’egli fponnneamente rinunzìafle, e chiama una deteflanda profun^ione quella del Re Arrigo , quafìchè egli il faceffe deporre , perchè lènza fuo conientimento foffe ftato eletto da i Romani. Ma cotal pretenfìone difficilmente potè avere Arrigo, perchè effendo fola mente Re, niun diritto aveva egli fopra la Città e i fatti di Roma. Quel che più importa, meritano qui