317 dele interprete Pietro Tribuno, si compiva senza ombra di lotta, con la consegna del potere da una a un’altra famiglia per il tramite della malleveria popolare (1). L’intervento moderatore di questa risolveva e superava pacificamente le asprezze dei dissidi. Le clientele famigliari, per risorgere e operare con fortuna, dovranno d’ ora in poi adattarsi a talune esigenze fondamentali dello spirito popolare, per poter prevalere. Esso non mantiene indefiniti ostracismi, sensibile come è alle lusinghe e al fascino di seducenti promesse, che più e meglio lo conquistino, assecondando gli istinti del momento. All’esperimento della guerra succedeva operosa attività di pace. Il sentimento popolare sembrava tanto incline ad essa, che neppur fatti clamorosi lo distoglievano dal proposito di una austera politica di difesa. L’equilibrio dello stato tra i due imperi era fortemente consolidato, e di fronte all’impero orientale, con l’investitura dell’alta dignità bizantina (2), e di fronte a quello d’occidente con la metodica conferma dei quasi secolari privilegi, che ogni imperatore o re, quale si alternasse nel governo del regno, riconosceva immutabilmente. Berengario e Guido, re e imperatore, nell’888 e nell’891 seguirono l’esempio dei predecessori (3), nè indugiarono sopra troppe varia- (1) Cfr. Iohan. Diac., Chronicon eit., p. 129 sg. (2) Iohan Diac., Chronicon cit., p. 131 : aieque Leo imperator proto-spatharii honorem sibi iniunxit. Il conferimento della dignità a Pietro non risale ai primi anni di governo, perchè nè il diploma di Berengario, nè quello di Guido, rispettivamente del 7 maggio 888 e del 20 giugno 891 (M. G. H., Capit., II, p. 143 sgg., 147 sg.), gli attribuiscono tale titolo, che figura invece nell’intitolazione del placito del febbraio 900 (Lazzarini, Un privilegio cit., p. 991 [= « Scritti », p. 149]). Se si potesse credere a rigoroso ordine cronologico (ma è assai dubbio) nell’esposizione del diacono Giovanni, che colloca il conferimento dell’alto onore, subito dopo gli avvenimenti del IX anno di governo, si potrebbe ritenere che fosse almeno posteriore all’ 897. Certo è di parecchi anni successivo alle conferme imperiali dei patti occidentali. Cfr. del reato Lazzarini, I titoli cit., p. 277, (=«Scritti» cit., p. 188). (3) M. G. H., Capit., II, p. 143 sgg., 147 sg. ; Schiaparelli, I diplomi di Berengario /, « Fonti per la stor. d’Ital. dell’Ist. Stor. It. », Roma, 1903, p. 13 ; I diplomi di Guido e di Lamberto, ivi, Roma, 1906, p. 21. Cfr. Fanta, Die Vertrdge cit., p. 69 sg. ; Cessi, Dal pactum Lotharii cit., p. 15 sgg. ; Problemi monetari cit., p. IX sgg.