Anno MCCLXXXT. 455 3re nel proccurar dapertutto la pace fra i Guelfi e Ghibellini . Diverfe ben furono le maffime di Mariino IV. cioè di un Pontefice, che fi lafciava menare pel nafo come fua creatura da Car- lo Re di Sicilia , il quale non potea patire 1 Ghibellini fautori dell’Imperio. Eranfì ridotti in Forlì tuttiper così dire, i Ghibellini della Romagna , sbanditi dalle loro Città . Contra di quelli iì Papa e il Re Carlo fecero preparamento grande d’ armi (a) Chron. nell’ Anno prefente (a) ; e tanto più perchè Guido Conte di Mon-tefeltro, Capitano di Forlì, nel Marzo ed Aprile avea fatto del- Rcr. Italie. le feorrerie fino a Durbeco , e alle porte di Faenza, dove fecondo gli Annali di Modena (¿) , diede una fpelazzata ai Guel- 0>) Annaies fi j e poicia era pattato nel Maggio fui Ravegnano, fpogliando e bruciando fenza oppofizione alcuna que’paeii. AH’avvil’o del lom. n. formidabil temporale, che fi difponeva contra di loro, il Comu- ^ Itallc• ne di Forlì, e la parte de’ Lambertazzi, fpedirono AmbaTciaro-ri Tupplichevoli alla Corte Pontificia , dimorante allora in Orvieto col Re Carlo , e con gli Ambafciatori della parte contraria , cioè de’Geremii Guelfi di Bologna. Ma furono mal veduti, e mal ricevuti, in guifa che fenza poter ottenere nè giuftizia nè mifericordia dal Papa, e vituperofamente rigettati, forza fu che fe ne ritornattero come difperati a cafa, con aver gittati i paflì al vento . In quelli tempietto Pontefice creò Conte della Romagna Giovanni <£ Eppa , o fia d’ Appia, o de Pà Franzefe , Con-figliere del Re Carlo. Coftui colle milizie dategli dal Papa e dal Re, venne a Bologna con ordine di far afpra guerra a Forlì e a tutti i Ghibellini ; e nel mefe di Giugno co i Popoli di Bologna, Imola, e Faenza pafsò ollilmente fui diftretto di Forlì, facendo precedere comandamenti ed intimazioni al Conte Guido e ai Lambertazzi d’andari'ene con Dio. Dopo di che avendo l'eco un’ immenfa quantità di guallatori, fece in più volte quanto danno potè al territorio Forlivefe, con giugnere fino alle porte, ma nulla di più osò per ora. Il Conte Guido,fi contenne Tempre con riguardo. Fulminò il Papa contra de’Forlive-fi le Icomuniche più fiere , e poTe T Interdetto alla Città con farne ulcire tutti gli Ecclefiaftici sì Secolari che Regolari; e for-le per la prima volta fi cominciò ad udire quella deteftabil invenzione di gaftigo e pena, cioè che anche fuori dello Stato Ecclefiaftico loffero confifcati in favore del Papa tutti i beni e le robe de’Forlivefi : gaftigo, che cadeva ancora fopra gl’innocenti mercatanti , e fopra coloro eziandio , che per non par- Ee 2 tici-