-=3-' 496 «ss» il libretto che abbiamo a stampa, d’ aver egli fatto il noviziato della sua gran santità in quel pio luogo. Che se Venezia non fu la prima a dare la sua propria forma all’oratorio, fu tuttavia la città, in cui più die in qualunque altra fiorì. Avevamo qui in altri tempi quattro asili di carità, delti degl’ Incurabili, dei Mendicanti, dell’ Ospeda-letto, della Pietà; iu ciascun de’quali, solto la guida de’più famosi maestri, s’educava un buon numero di zitelle alla musica : agl’incurabili e alla Pietà eran settanta. E certo fu cristiano e gentil cJ pensiero il procurare così a quelle infelici un conforto ed una speranza di oneste nozze, far discendere voci di consolazione in mezzo ai dolori, e procacciare al pio luogo caritatevoli ajuti. Ma di quella bella istituzione non rimaneva più a’ nostri giorni, che una languida ombra alla Pietà: ora è svanita anche questa : difetto d’amministrazione li trasse, prima ancora che cadesse la veneziana repubblica, a rovina. I più celebrati maestri di tutta Italia ambiano regger quei cori ; e questi gareggiavan tra loro per avere il migliore. Basti dire che la serie de’ lor maestri è propriamente il fiore della scuola veneta e napolitana, Lotti, Caldara, Gasparini, Galuppi, Scarlatti, Ilasse, Trajella, Porpora, Jomelli, Sarti, Sacchini, Anfossi, Cimarosa, Bertoni, Furlanetto. Era dover de’ maestri educar quelle giovani al suono ed al canto (giacché anche l’orchestra era formata da loro); reggerne le musiche; scriver salmi e messe pei sacri uffici ; comporre oratorii che si eseguivan da esse nelle lor chiese, in dì festivi, con grande concorso di popolo. S’aggiungea talvolta qualche cantata per festeggiare la presenza di principi; come fu quella che scrisse il Bertoni per la venuta di Giuseppe II, e che fu eseguila nel palazzo Rezzonico da cento di quelle giovani, scelte da’ vari istituii. Non é a dire iu qual fama fossero salili quegl’ istituti ; qual fosse la frequenza del popolo per goder quelle musiche ; quanto il discorrere che se ne faceva poi per la città, celebrando a gara, chi questa, chi quella cantante, chi 1’ uno, chi l’altro istillilo. I libretti degli oratorii si distribuivano stampati alla porta della chiesa, come si fa ne’ teatri, con in fronte il nome delle cantanti per ciascuna parte; spesso, come per le attrici di teatro, si