Anno MCLXXXVIII. é5 tra de’Pifani, che era condotta dal loro Arcivefcovo Ubaldo. Imperocché allo zelantiflimo Papa Clemente III. riufcì in quell’ Anno col mezzo di due Cardinali deputati di rimettere la Pace fra eflì Pifani e i Genovefi, come coita da una fua Bolla pubblicata dal Tronci (a). (a) Tronci Ora il Re Guido con quefto poffente rinforzo deliberò di far AnnaLPlf’ V aifedio di Tolemaide, o fia di Accon, importante Città mariti-ma. Non giunfe però la Flotta Pifana , fecondo il fuddetto Sicar-do , alla Città di Tiro, fe non nell’ Anno feguente. In quefto sì trovandofi Tiro fenza vettovaglie, l’indefeifo Marche fe Corrado inviò la fua Fiotta navale ad Azoto . Prefa fu quella Terra da i Criiliani , fatto prigione 1’ Ammiraglio di Saladino con cinquecento . foldati, liberati molti Fedeli dalla fchiavitù. Ricco bottino e abbondanza di viveri fu riportata da quelle vittoriofe navi a Tiro ; e Corrado col cambio di quell’Ammiraglio riebbe in libertà il Marchefe Guglielmo fuo Padre . Perchè il mio argomento noi richiede , non mi {tenderò io molto a narrar quelle ilrepitofe avventure, ballandomi di {blamente accennarle. A chi più ne de-fidera non mancano Libri, che diffufamente trattano della Guerra Sacra. Mandò intanto l’Imperador Federigo in Levante a Saladino il Conte Arrigo di Dedi con Lettere, nelle quali gl’intimava la reilituzion di Gerusalemme ( b ): altrimenti lo sfidava. ^ Roger Saladino fe ne rife , e feguitò a fare il fatto fuo , con impadronirfi Hovedenulin in queft’Anno di varie alrre Città. Con tuttele disgrazie di Ter-Chron' ra Santa non fi calmarono in quell’Anno le difcordie tra i Piacentini e Parmigiani, (c) Vennero quelli due Popoli ad un fatto chronlc d’armi, in cui reilarono fconfitti i Parmigiani col Marchefe Marcel- piJCenli™lC’ lo Malafpina in Valle di Taro . Ma rinforzati dipoi i Parmigiani Tom. ¡ó.Rer. da i Cremonefi , Modeneii , e Reggiani, andarono all’ affedio del-Italic% la Torre di Seno, e di Cafteluuovo, e dopo tre giorni impadro-nitifi di quelle Cartella, le diruparono. Moife intanto parola di Pace col Senato Romano il Pontefice Clemente ; eficcome egli era Ior Concittadino, e i guai del Criftianeiìmo venivano allora uditi come una gran predica dell’ira di Dio: così trovò quel Popolo difpofto all’accordo . Leggefi pretto il Cardinal Baronio (d) , Bjroni¡„ e più compiuto nelle mie Antichità Italiche (e) lo Strumento Annai.ad della concordia {labilità fra eifo Papa, e i Romani nell’ultimo dì di Maggio, dove fi veggono reiliume al Pontefice Romano tutte Differii le Regalie , ma con aver egli facnficata allo fdegno implacabile 4*- P- 783-de’ Romani la Città di Tufcolo troppo vicina a Roma , ed anche Tivo-