Anno MCLXXXV. 49 te Anno, e quivi confermò i Privilegi al Popolo Milanefe con e-ftentione di molte grazie, tutte probabilmente ben pagate. Il Puricelli (a) rapporta i’inrero Diploma, degno ben di confide- (t) Pariceli. razione, perchè in eiTo reftituifce a’Milaueti le antiche loro giuris-dizioni dalla parte d’Occidente e Settentrione, e tutte 1’altre dalla “c’ ' parte di Levante, con obbligarti di rimettere in piedi la Terra di Crema: il che fervi ad alterar fommamente gli animi de’Cremoneti, i quali dopo tante fpefe, e dopo tanto fangue e fatiche vedeano fe fteffi fpogliati delle lor conquiiìe , e premiato chi sì lungamente avea foftenuta la guerra contra di effo Federigo. All’incontro i Milaneti ti obbligano di aiutar l’Imperadore a ritenere e ricuperare tutti i diritti dell’imperio in Italia, e nominatamente i Beni della ConteiTa Matilda. Fra’teftimonj ti veggono nominati Conradus Dux Spoleti , e Conradus Marchio Anconitanus , cioè chi allora governava la Marca d’Ancona, benché non apparifca, fe la flefla Città d’Ancona allora ubbidiife a lui. Un altro Diploma d’effo Federigo lpedito in Milano IV. Nonas Mali in favore del Moniftero di Santo Ambrofio , fi legge preffo il fuddet-to Puricelli. Però non dovrebbe fuffiftere lo fcriverti dal Sigo-nio (¿), che Federigo partitoti da Reggio arrivò a Bologna nel ^ sìgonms dì primo d’Aprile, e di là pafsò alla vifita delle Città della Ro-^ Regno U magna. Aggiugne il medetimo Sigonio, che dalla Romagna zn-tal,L's' dò in Toicana nel Mefe di Luglio, e che tolfe a tutte quelle Città le Regalie , fuorché a Pila e a Piftoia, con privarle della Libertà, e iòttometterle a gli Ufiziali da lui deftinati ; e ciò perchè nelle guerre patiate aveano tenuto colla Chiela contra di lui. Prefe quelle notizie il Sigonio da Giovanni Villani (c ) ?/■ in che le racconta all’Anno 1184. anticipando di un Anno il tem- s.V.12. po. Concorrono nella IteiTa narrativa gli Annali Antichi di Siena (V), con aiTerire fotto il prefente Anno l’arrivo in Tofcana dell’(d) Anna-Imperador fuddetto. Già cominciavano nelle Città a .pullulare i fe-mi afcofi delle fazioni Guelfa e Ghibellina . Teneano i Nobili la Re/, halle. parte dell’Imperadore, per difendere le lor Cartella e i lor Feudi, che dianzi erano efenri dalla giurisdizione delle Città. All’incontro il Popolo,,che volea non folo godere della Libertà, ma rimettere ancora lotto il fuo dominio tutti i Luoghi, che anticamente erano del fuo dirtretto, e forzava i Nobili ad ubbidire, ripugnava all' autorità dell’ Imperadore. Per quella cagione in Faenza s’accefe la difeordia fra il Popolo e i Nobili. Infe-riori di forze gli ultimi ricorfero a Federigo (e), il qua/e Or* Ravenn.1.6. Tomo VII. D di-