Anno MCCLX. 345 di Pifa (a), che dieci mila furono gli edititi, e venti mila i (a)A"niUi prigionieri. Quel che è certo , la fconfitta fu grandiffima, e del- ¡l'^italic. ' le più memorande di quelli tempi ; e tale fi comprova da gli effetti: il che fuol effere il più veridico fegno delle grandi , o picciole fconfitte. Sì sbigottita , sì infievolita rertò per quefto colpo la Città di Firenze, che le nobili Famiglie Guelfe, per non Soggiacere a gl’infulti de’ vincitori Ghibellini, fenza pen-far punto alla difefa , come avrebbono potuto fare, sloggiarono, e andarono a piantar caia in Lucca. Fecero il limile i Guelfi di Prato, di Piftoia, di Volterra, di S. Geminiano , e d’ altre Terre e Cartella di Tofcana, coll’abbandonar le loro patrie, le quali fi cominciarono da lì innanzi a reggere a parte Ghibellina. Nel dì 17. di Settembre entrò il Conte Giordano colle fue brigate, e con gli ufciti Fiorentini nella Città di Firenze; ed appreffo avendo dovuto tornare in Puglia, lafciò per Vicario in Tofcana Guido Novello de’Conti Guidi. Tennefi in Empoli un Parlamento da i Sanefi, Pifani, Aretini, e da gli altri Caporali Ghibellini, dove ufcì fuori la matta propofizione di diftruggere affatto Firenze, come principal nido della parte Guelfa. Guai fe non v’era Farinata de gli Uberti, che caldamente fi opponeffe a sì cruda voglia : quella bella Città era full’ orlo della total fua rovina. In fomma gran cambiamento di co-fe avvenne queit’ Anno in Tofcana , perchè a riferva di Lucca , tutta quella Provincia traffe a parte Ghibellina. Erafi , come dicemmo , ritirato Alberico da Romano con tutta la fua Famiglia nel Cartello di S. Zenone fu i confini del Trevifano, fabbricato con tal cura, che per fortezza inefpugnabile era tenuto da tutti (b). Ma i Trivifani, ricordevoli delle tante ingiurie ri ([,- R0[anjt cevute da quefto Tiranno, e anfiofi di Sradicar dal Mondo la Hb. u.c. 13. terribile e micidial razza de’ Signori da Romano , ufcirono in cam-pagna fui principio di Giugno , e ricevuti foccorfi da Venezia , Padova, Vicenza, e da altri Luoghi, Itrinfero d’affedio il fud-detto Cartello, e cominciarono a tempestarlo colle petriere, e con tutte le macchine e gli ordigni di guerra, che fi ufavano in querti tempi (c). Tutto ciò a nulla avrebbe Servito, fe non fi (c) Ghiaie. folte adoperata un’altra più poffente macchina, cioè l’oro, con cui MeSa da Porcilia, Ingegnere o pur Commdante della cinta inferiore d effo Cartello, fi lafciò guadagnare. Sovvertì coilui alquanti TedeSchi del prefidio , i quali nel dì 23. d’ Agorto in un affalto fingendo di difendere, aiutarono gli afledianti ad im- padro-