xxxm » tri mezzi in mano contro tanto opinati nemici, che lo tennero->• quali Tempre lungi dalla propria Sede ; e appena qualche generai » gaftigo di Dio piegò i Romani medeiìmi a richiamarlo peilegrinan-» te ora in una, ora in altra Città dello Stato: come feguì l’an. 1230. » nel quale dopo orribile inondazione , nacque epidemia generale , » da cui cofternati i Cittadini richiamarono Gregorio IX. a Roma, » onde la loro infolenza lo aveva cacciato , opra tutta di Federigo. »Ora s’odano i fentimenti del noftro Annalista in quefto particola-» re. Condanna egli all’an. 1251. la condotta d’Innocenzo IV. ( co-» me fa in poche parole o in tutto, o in parte di tutti i Pontefici, » che Tucceiìero a Gregorio IX. non per giorni, o pochi mefi ) e così » ironicamente favella: Allora fi contava per delitto da gaftigar coll' ar-» mi fpirituali il fecjuitar la fazione Imperiale. Così all’an. 1263. diiap-» provando quella d’Urbano IV. dice : Q_uafi che il Ghibellinismo fof-» Je diventato un gran delitto, e folamente fojfe buon Crifilano chi era dalla » parte Guelfa. » Con meno riferva parla all’an. 1281. di Martino IV. Pontefice: » egli dice, —Che fi lafciava menar per il nafo, come fua creatura, da » Carlo Re di Sicilia, il quale non poteva patire i Ghibellini fautori » dell’imperio-- . Si oflervi qui, che in quefti tempi era Re de’Romani » Ridolfo, Principe amiciflimo della S. Sede: onde i Ghibellini non e-» rano più fautori dellTmperio, ma nemici della Chiefa. Perciò indar-» no fi lamenta l’anno feguente di vederli perfeguitati dal Pontefice, »e carica fuor di fito il Re Carlo, così fedamente efugerando:--S e » qui alcun cercaife il comun padre de’Fedeli, forfè noi troverebbe ; » colpa a mio credere del ReCarlo, che ineforabile contro de' Ghibel-» lini, aveva anche la fortuna di poter prefcrivere quanto voleva alla » Corte di Roma--. Si noti anche qui, che l’an. fcorio onorato Mar-» tino IV. della dignità di Senator perpetuo, con facoltà di'foftituire » chi gli pareife, come c’infegna il Sig. Muratori, foftituì Carlo mede-» fimo lùo Feudatario, di cui poteva ben fidarfi, e perciò non l’odio » a’Ghibellini, ma il fuo dovere gli avrebbe fatto infinuare al Pontefice » la maniera di governarfi co’nemici, fe l’immaginazione del noftro » Annalifta reggeife. Poteva ben quefti rifparmiar l’epitaiììo, che fa al » medefimo Pontefice, del quale altri lodinola fantità, all’an. 1285.« » Martino IV. Pontefice Tchiavo fin qui di tutti i voleri di effo Re, e » che votò PErario delle fcomuniche per fulminar tutti i Ghibellini, » e chiunque era nemico, o poco amico del medefimo Re Carlo-. »Maniera, di cui fi compiace tanto, che ogni poco la ripete, e » fpecialmente all’an. 1292. in morte di Niccolò IV.-Io non fo, per- » che