Annali d’ Italia? a cui più che ad ogni altro flava a cuore il Suffidio di Terra ianta , Spediti alle Corti di tutti i Principi della Cristianità va-rj Cardinali Legati, per promuovere quefto importante affate) Aibat re .(a) Comparvero due d'effi alla Dieta Generale tenuta dall’ Yn^chforf’ Imperador Federigo in Magonza verSo la metà della Quarefima, Otto de e perorarono così Sorte a nome del Papa, che lo fteffo Federi-fan&o BU. ^Upruflo preSe la risoluzione di andar egli in pedona alla tefla di fio in Chr. ° , . » .r, ^ , r r r' Chrono un Armata in Levante . Già la pace regnava m Italia e Lrermama; graph. Sex. lieve non era la Soma de’peccati di quefto Imperadore , de’qua-Monactus ^ bramava egli di far penitenza con Sagrificare il reflo de’caden- & ahi. ’ ti Suoi giorni alla diSeSa del CriftianeSimo . V’ entrò anche il desiderio della Gloria, perch’egli andando fi teneva in pugno la hbera-zion di Terra Santa. Però prefe la Croce egli, e coU’eSempio Suo traile alla riSoluzion medefima Federigo Duca di Suevia iuo Figliuolo , e una gran quantità di VeScovi e Principi . Fu dunque intimata la Spedizione nell’Anno proffimo venturo , e che intanto ognun fi preparale. Grandi guerre addietro erano Siate tra Filippo Re di Francia, ed Arrigo Re d’Inghilterra. Guglielmo ArciveScovo di Tiro Spedito dal Papa, ed altri Legati Pontificj non Solamente conduffero que’due Monarchi alla Pace, ma gl5 induffero ancora a prendere la Croce, e a promettere di paffare in perSona colle lor forze in Terra Santa . Predicata parimente la Crociata per tutte 1’altre Provincie della Criftianità, commoie i Popoli alla Sacra impreSa . I primi a portar colà de i Soccorfi , furono gl’italiani, chiamati dall’Abbate UrSpergenSe homines bellicoji, difcreti , &’ regula fobnetatis modefli, prodi-giilitatis expertes , parcentes expenjìs , quum necejjìtas non incu-buerit , & qui inter omnes gentes foli fcripta Legum fanclione reguntur. Sotto nome d’italiani Son qui comprefi ¿Veneziani, i Lombardi, i ToScani , e gli altri Popoli di qua dal Regno di Napoli . Imperciocché quanto a Guglielmo 11. He di Sicilia e di Puglia , ipedi egli una Flotta di dugento vele in SoccorSo della {b) Sicari. Città di Tiro {b ), che unita a quella di Corrado Marcìufe di Mon-Tom.™.niC' ferrato , liberò Tripoli dall’ alìedio di Saladino. Ma Sicardo (c) Rcr. Italie, con poca lode parìa de’Siciliani. Effendo flato in quefto men-Thefuurtre rime^° in ¡’berta Guido Re di Gerufalemme da Saladino con tìift. c. tyo. varj Nobili dianzi Suoi prigionieri, egli fi animò a nuove impre-Se, giacché gli giunSe in SoccorSo una Flotta numeroSa di Vene* ziani, Sopra la quale era anche PArciveScovo di Ravenna Gherardo co\ VeScovo di Faenza. A quefta Secondo alcuni s’unì l’altra