<$* 347 «$>• la tavola, se non altro, di santa Barbara, clic il Pozzo dice a Santa Eufemia : così lo Scalabrino per due quadri d’istorie evangeliche posti a S. Zeno. — Due altri, pur di quel secolo, sono degnissimi di venir rammentali, e per le opere, e per gli allievi : Nicolò Giolfino ( dal Vasari detto Ursino), maestro del Farinato, e Antonio Badile, precettore e zio del Caliari. Il Gioì fino o Golfino, come il Ridolfi lo appella, confina colla secchezza de’ quattrocentisti, meno animato e meno scelto che i migliori coetanei; di colori non troppo vivi, ma graziosi e accordali. Fu educato forse da alcuno di que’miniatori ; e perciò, più che nelle tavole grandi, è riuscito ne’ quadri piccoli, qual è nella chiesa di Nazaret un Risorgimento di Lazzaro. Il Badile fu per avventura il primo che in Verona fece veder la pittura spogliata affatto di ogni residuo d’antichità, buon dipintore non men dell’ esterno, che degli animi e degli affetti, e introduttore di una morbidezza e di una franchezza di pennello che non si sa da chi le apprendesse. La tavola di Lazzaro risorto, che pose a S. Bernardino, e 1’ altra di alcuni santi Vescovi a S. Nazaro, lodatissime dal Ridolfi, fan vedere onde i due suoi allievi Paolo e lo ZeloUi, conformissimi nello stile, attingessero quella gentile maniera, che accrebbero concordemente giovandosi l’un l’altro. —Simil maniera tenne in certi anni Orlando Fiacco o Fiacco, onde alcuni lo credono scolar del Badile, quantunque il Vasari, che assai lo loda, special-mente in ritratti, lo faccia di altra scuola. Comunque siasi, egli in molte opere tira al forte e quasi al caravaggesco. Ebbe poca vita, e in essa più merito che fortuna. Fu questo effetto del troppo numero de’ pittori buoni che in Verona fiorivano ; cosa che circa quel tempo consigliò vari a cercare fortuna in paesi stranieri. — Tra costoro si nomina un cotal Zeno o Donalo, veronese, che a Rimino, nella chiesa di San Martino, figurò con diligenza il Santo titolare. — Entra in questo numero Battista Fontana, che nella corte imperiale di Vienna dipinse molto ; e Jacopo Ligozzi, che visse lungamente al servigio della corte di Toscana. E di quello quasi nulla rimane in patria ; di questo son pure alcune opere, fra le quali, a San Luca, una Santa Elena, che assiste al ritrovamento della salutifera croce ;