42.6 Annali d’ Italia; (a) Memor. pi , 1’ Autore della Cronica di Reggio ( a ) , anch’ erto contempo* Tem!viif.tg'raneo » Matteo Gtiffone (6), Frate Francefco Pipino (c), gli Rer.Italie. Annali vecchi di Modena ( d ), e la Cronica di Parma ( e) , con-cordemente fcrivono , che nell’Anno prefente tornarono i Lam-H>fl. Bgnon. bertazzi in Bologna, e pofcia nel mefe di Dicembre di nuovo fi Tom. 18. riaccefe la guerra civile fra efìi e la contraria fazione de’ Gere-(t) 'Pipinùi ^ ‘ Perlocchè pare da anteporre quella Temenza all’altre . Tut* Chronicon tavia la Cronica di Forlì (f ) , che fembra molto efatta , la Mi-Bononlen/e fcella di Bologna, e gli Annali di Cefena (g) vanno d’accordo Rer.'haiic. C°1 Sigonio . ì>ia come erter fi voglia, o forte la troppa alterigia (d) Annuies de’ Lambertazzi, o pur la durezza de gli altri nel non volerli tinmf. rii, ammettere a i pubblici Ufizj, tengo io per fermo , che corren-Rer. halic. do il dì 20. ovvero il dì 21. di Dicembre (altri dicono nella vite) ChronU. gilia ¿gl Natale) dell’Anno prefente fi levò rumore in Bologna; Tom. 9. e 1 Lambertazzi furono i primi a prender l’armi con impadro-Rer. itaiiic. niriì della Piazza , ed uccidere chiunque de’ Geremii veniva loro ^Foroiivietì a^e mani * e con attaccar fuoco a una caia de’Lambertini. Al-Tem. 22. lora i Geremii fanti e cavalli , raunati vennero al conflitto, e [ÌallC'chro ic S1 v*r^mente affalirono gli avverfarj , che gli mifero finalmente urfen.T^l'.'111 rotta, e gli obbligarono a fuggirfene di Città. Molti dall’una Rer. halic. parte e dall’ alrra nmafero morti ; e dappoiché furono ufeiti i Lambertazzi, le lor cafe ( e quelle furono in gran copia) pagarono la pena de* lor padroni, con rertare fpogliate , e pofcia diflrutte : coftume pazzo di tempi sì barbari : che non merita già altro nome il voler gaftigare le infenfate mura, e il deformare la propria Città , per far difpetto e danno a gli ufeiti fuoi Fratelli . Si rifugiarono di nuovo gli ufeiti Lambertazzi in Faenza , e tornò come prima a rinvigorirli la guerra fra effi, e Bologna. S’ erano molli i Modenelì, Reggiani , e Parmigiani , per foccor-rere in quella occafione la fazion de’ Geremii ; ma non vi fu bìfogno del loro aiuto. Mirava Guglielmo Marchefe di Monferrato , Capitano del Popolo di Milano, la difhcultà di abbattere colla forza i Torriani , i quali s’ erano ben fortificati in Lodi , ^Fiìu^Maru a^eano già prefe parecchie Terre e Cartella del Milanefe , e te-Fior.'c. 316. neano nelle lor carceri molte centinaia di Milanefì , e fpezial-Annaies mente Nobili, (/z) Però ficcome volpe vecchia, ed uomo ufato TorneòC.n' a*le cabale ? cercò per altra via di tagliar loro le penne . Otte-Rer. italicàr. nuta pertanto licenza da’ Milanefì, morte proporzioni fegrete Memor. Po- ^ aggi urtamento con Cajjone dalla. Torre, e con Raimondo pu-re dalia Torre > Patriarca d’ Aquileia . Reftò conchiufa la pace nel