Anno MCLXXXVI. 55 no per maini minifìerium faci a efl inter lwperatorem & Cives meos reconciliaùo. Si truova dipoi Federigo nel dì 22. di Giugno in Varefe nobil Terra del Milanefe, dove concedette un Privilegio alla Badia del Mezzano, pubblicato dal Campi (a). Dopo (a) Campi quelle imprefe Federigo fe ne tornò in Germania , e fece tolto conofcere il fuo mal talento contra di Papa Urbano (¿) con far‘{^Arnold. l'errar tutte le vie dell’Alpi, acciocché niuno dalla Germania po-Lubec.i. 3. teffe venire in Italia alla fanta Sede. Aveva egli anche lafcìato cap’>7' al Figliuolo Arrigo , il governo dell’Italia, e fpeditolo coll’efer-cito alla volta di Roma, per maggiormente angultiare il Papa, fulla fperanza di ridurlo a’iuoi voleri. Per quanto vo io con-ghietturando, andava Arrigo d’accordo col Senato Romano, laonde portò la guerra, unito con effi Romani, alle Terre, che tuttavia lì mantenevano fotto l’ubbidienza del Romano Pontefice. Ed ecco quanto breve durata ebbe la Pace di Venezia . Scrive Giovanni da Ceccano (c) , che elfo Re in queit’Anno foggiogo^johannes tutta la Campania, cioè quella che apparteneva al Romano Pon- de Ceccano tefice , fuorché la Rocca di Fumone,*e aiTediò Cartello Ferentino c}r^Llc' per nove giorni. Altri gran danni recò 1’ Armata fua a quelle mv parti ; ed egli reftituì Ceperano a Riccardo Reberi. Aggiugne, che i Romani fui principio di Dicembre paffarono nella Iteffa Campania, diedero alle fiamme Monte Lungo, e dopo varj fac-cheggi fe ne tornarono a cafa. Che il Re Arrigo faceffe dell’ altre oltilità in quelle parti, lo raccolgo da uno Strumento, altrove da me pubblicato (d). Abbiamo anche dalla Cronica Ac-Amìqu. quicintina (e), che incontratoli il Re Arrigo in un Famiglio del ,talic- Dlf Papa, che portava a Verona una buona fomma d’oro e d’ar - ^ cloric gente , gli tolfe tutto , e fecegli anche tagliare il nafo in ifprez- Acquicinfl. zo del rapa. Intanto non baitò a i Cremonelì d’aver acconciati a?ud Pa&' i loro interefli coll’Imperador Federigo*, vollero Umilmente af-ficurarfi del Sole nafcente , cioè del medefimo Re Arrigo. Speditagli dunque un Ambafceria, ottennero anche da lui la Pace. Lo Itrumento fu fcritto in queit’Anno, qui juit Sextus mirante Menfe Julii. A cium fub tempio rio Regis fi e urici felicuer, quando erat in obfidione Urbis Veteris. Fra teilimonj fi conta Otto Frangenfpanem Prccfeclus Roma . Altri deciderà, fe qui fi par- li dell’ aiTedio d’Orvieto, o pure di Cività vecchia. Il Sigonio dice Orvieto, e a lui mi attengo anch’io. Accennai di fopra, che le Appellazioni della Marca di Verona furono appoggiate ad Obifóo Marchefe d’Eile, In confermazione di ciò ho prodotto D 4 altro-