IV » tacerfi . Die’ egli dunque, che non avendo avuto effetto il Nego-» ziato generale, per le fmifurate pretenfioni di Federigo, fi con-» chiufe un Trattato fegreto tra 1’ Imperadore , e il Papa della tre-» gua fuddecta Purché il Papa permetteffe, ch’egli per 15. anni » gode ile le rendite de i beni della famofa ConteiTa Matilde, eh’e-» rano in fua mano , dopo i quali ne dimetterebbe il poffeffo alla » Chiefa Romana—. E poco appreiTo con lode apparente del Pontefice, ma in foftanza con eipreilìone falfa e disdicevole al Vica-» rio di Crifto , così pronunzia:-- Il più ordinario fine delle Leghe » luol effer quefto. Cercano prima i Potenti il maggior loro van-» faggio, e tocca dipoi a i minori l’ accordarli al volere de gli altri, » e ringraziar Dio , fe non anche reftano abbandonati — . Aggiunge »anche alquanto più baffo, che venendoli a efeguir le promeffe, » Federigo ricusò di reftituire i beni della Conteffa Matilde , forfè «non ricordandoli di aver detto, che erano convenuti, eh’ei ne » godeffe le rendite per quindici anni: e fimilmente ricusò di cede-» re alle fu e pretenfioni i'uila Contea di Bertinoro. E F anno feguen-» te narrando col Card, d’ Aragona , come 1’ Imperadore fece iftan' » za a’Cardinali mandativi dal Papa, acciocché prendeffer poffeffo, »per prenderlo dopo anch’effo, e feufandofi effi umilmente, v’ac-» coftò 1’ eferciro , e lo invafe -, così politicamente ragiona fulla ma-» nifeffa ufurpazione di Federigo: — Pretendendolo, a mio credere, » come dipendenza della Romagna , di cui allora gl’ Imperadori era-»no padroni, fenza che fe ne udiffero lamenti, o protefte de’Pa-»pi, ed anche perchè fecondo la legge da lui pubblicata in Ron-» caglia, non fi potevano fenza licenza Tua lafciar feudi alle Chiefe-. » Ecco le belle confeguenze di quel baciare umilmente i Piedi , »di tener la ftaffa , e addeftrare il Pontefice in Venezia. Ed ecco » la lode apparente data dal Sig. Muratori al Pontefice, con ugua-» gliar la di lui fovranità a quella dell’ Imperadore > in vantaggiarli » con detrimento de’ meno potenti : a cui non è per avventura dif-» limile 1’ autorità di un Cronico maligno da lui gloriofamente a-» doprata Fanno 1278. Semper Romani Pontifices de republìca ahquiò » volunt smungere, quum lmperatores ad Imperium a(Jumuntur. Sa egli »bene il Sig. Muratori, che la Romagna effendo della S. Sede, »non poteva effer, che ufurpazione degl’imperadori, come lo e-» rano tante altre Signorie , onde falfamente li chiama Padroni. E » sa altresì, che Bertinoro, detta nella più antica delle donazioni Ca• » Jlrum Sujfubium, in tutti i Diplomi Imperiali, di cui fi è parlato, » vien’ eipreffa con le altre Città della S. Sede. E fe non lo fa, lo