Anno MCCXLIII. da Matteo Paris, il cui racconto non oferei io (ottenere per veridico a puntino . Riccardo da San Germano (a ) , favio Scrittore, fa) Richard, la cui Cronica è da dolerli, che finifca nel prelente Anno, altro d^rof-em‘1,1 non dice , fé non che nel Mefe di Maggio Federigo cavalcò a i danni de’ Romani, e che poicia alle preghiere de' Cardinali ii ritirò da i contorni di Roma ; ed aver egli nello fletto Mefe rimef-fo in libertà il Cardinale Vefcovo di Paleftrina , il quale andò ad unirli con gli altri Cardinali in Anagni . E’ confiderabile , che etti Cardinali non in Roma , ma in Anagni, fi ratinarono per far l’elezione del Papa : legno , che in Roma non doveano godere la libertà neceffaria. E certo 1’ Imperadore non difturbò punto la loro unione in Anagni. Ora finalmente (b) nel dì 24. di Giugno, ^ fetta di San Giovanni Batifta , o pure nel dì 16. come ha il Con- nai. EccUj. tinuatore di Caffaro ( c ) con altri, concorfero i loro voti nella per- (O Caftan fona di Sinibaldo Cardinale di San Lorenzo in Lucina , di nazion „uenfAì^è Genovefe , della nobil famiglia de’ Conti di Lavagna, o fia de’ Tom.6, Rer. Fiefchi , il quale affunfe il nome d’ Innocenzo IVScrivono ( d ) , Rrc che fi fece da i Baroni della Corte dell’Imperadore gran fetta per danusAuia. tal’ elezione, fapendo che fra il loro Signore e il nuovo Eletto fp,r,a-pattava molta amicizia; ma che Federigo fe ne rattriftò con di- FiH'mam’ re, ch’egli avea perduto un amico Cardinale, ed acquiftato un aìanìp. Fior. Papa nemico. Narra Matteo Paris ( e ), che etto Imperadore mi-fe delle guardie per terra e per mare , acciocché non pailaffero nel Anelar. ^ Regno le Lettere colla nuova dell1 efaltazione d’Innocenzo . Più fede è dovuta a Riccardo da San Germano Italiano , da cui fap-piamo , che ftando Federigo in Melfi, all’avvifo del creato Pontefice ( / ), ubique per Regnum laudes jufjìt Domino decantari ,(0 Rìekat-cioè dapertutto ne fece cantare il Te Deum . In oltre non tardòdus utJ“Fra' molto a Ìpedire ad Anagni al Papa 1’ Arcivefcovo di Palermo , Pietro dalle Vigne , e Mafiro Taddeo da Setta a congratularli, e a trattare prò bono pacis . A quo benigne fatis recepii junt , & beni-gnum ad Principem rctulerunt refporijum . La Lettera da lui fcrit-ta fi legge ne gli Annali Eccleiiattici , e in etta nulla fi parla dell’ Arcivefcovo di Palermo ; e da un’ altra del Papa fi feorge , che quefti Ambaiciatori non furono già ammeiìì all’ udienza del Pontefice: del che fece dipoi querela etto Federigo. Nel Mefe d’Agofto fegretamente fpedito un buon corpo di Romani a Viterbo , quella Città ritornò all’ ubbidienza del Romano Pontefice . Entro v’ era la guarnigione Imperiale fotto il comando del Conte Simone di Chieti, il quale con tutti ifuoi fu attediato nella For- R 4 rezza.