44° Annali d’ Italia; accompagnato da Gherardo Bianco da Parma, Cardinale , Veico* vo Sabinenfe, e Legato Apoftohco. Entrò in Meffina querto faggio Porporato, e con tale energia parlò a quel Popolo, che l’in-duiTe ad abbracciare il partito della mifericordia fenza afpettare ii furor dell’armi. Ma portate da lui al Re Carlo le condizioni, colle quali defideravano i Meffinefi di renderli , non piacquero al Re , e fi diede principio alle offefe della Città, a gli affalti, e alle battaglie. 1 Meffinefi anch’effi, contandofi già tutti per morti , fi diedero ad una gagliarda difefa tale, che fi rendè memorabile per tutti i Secoli. Intanto i Palermitani, confiderando le ftraordinarie forze del Re Carlo e il pericolo , che lor fopraftava , aveano Spediti. Ambafciatori a Papa Martino, chiedendogli mifericordia, Furono quelli obbrobriofamente rimandati con villane parole. Anche i Meffinefi, fecondochè abbiamo da Giachetto Malafpina (*) Glachet. ( a )y da Giovanni Villani (¿), e da altri, da che intefero la (uRovinai Pre^a di MUazzo, tornarono ad implorar la mediazione del Villini, Cardinal Legato, per arrenderli. Entrò egli nella Città, e quel hb.y.c. 63. popolo efibiva la refa, fe il Re perdonava loro il misfatto , e voleano pagargli i tributi ufati al tempo del Re Guglielmo il buono . Portata quella rifporta al Re Carlo , e avvalorata dalle preghiere del Legato, che accettaife quel mifero e pentito Popolo , fellonefcamente rifpofe , che fi maravigliava di sì ardita propofizione, e che in altro modo non perdonerebbe loro, fe non gli davano ottocento ortaggi a fua elezione , per farne quel- lo che a lui piacelfe ; e voleva , che pagaffero colte e dogane, come allora fi praticava, altrimenti fi difendeflero. Ciò intefo da’Meffinefi, determinarono di voler più torto morir tutti colla fpada alla mano , che di andar morendo in prigioni e tormenti per irtrani paefi . Ebbe ben poi a mangiarli le dita il Re Carlo per la fmoderata fua alterigia e crudeltà. S’egli ufava della clemenza, Meffina tornava Tua, e perle rteife vie avrebbe avuto il refto della Sicilia, perchè que’Popoli erano allora fenza Capitani, fenza guarnimenti e forze da guerra. Ma a chi Dio vuol male, gli toglie il fenno. E Dio appunto per tanta inumanità ed orgoglio il pagò di buona moneta. Bartolomeo da Neocaftro tace quelli trattati di refa de’Meffinefi , anzi fcrive, che il Re Carlo fece loro i punti d’oro, perchè fi arrendessero, ma eh’ eglino rigettarono ogni offerta. Credendoli pofeia il Re di poter con un generale affatto vincere la Terra, li trovò