Anno MCXCVIII. Certo è , che la medefima finì di vivere nel dì 27. di Novembre , dopo aver dichiarato Balio, o iìa Tutore del Re fuo Figliuolo Papa Innocenzo III. ed ordinato che durante la di lui minorità lì pagaflero ogni anno trenta mila Tari per tal cura ad ef-fo Pontefice , oltre a quelli, eh’ egli fpendeiTe per difefa del Regno. L’educazione del Re Fanciullo fu laiciata a gli Arcivefco-vi di Palermo, Monreale, e Capoa. Non mancò in quelli tempi Papa Innocenzo di proccurare convigorofi e caritativi ufizj la liberazione di Sibilla già Moglie di Tancredi Re di Sicilia , detenuta prigione in Germania colle Figliuole. Polla in libertà , o pure aiutata a fuggire, fi rifugiò effa in Francia, dove maritò la fua primogenita con Gualtieri Conte di Brenna , di cui avremo a parlare andando innanzi. V’ha chi crede, che Guglielmo fuo Figliuolo, già dichiarato Re dal Padre, foife morto. Nè fi può negare, che l’Autor della Vita d’Innocenzo Ili. e Giovanni da Ceccano lo fcrivono . Se con certezza, noi so. Imperocché Ottone da San Biagio racconta , che Arrigo dopo averlo fatto accecare ( altri hanno l'eritto, che Solamente il fece eunuca-re ) il condannò ad una perpetua prigionia in una Fortezza de’ Grigioni. Qui ubi ad virilem cztarem pervenit , de tranjìtorils defperans , bonis operibus, ut fertur, (eterna quajìvit . Nam de attiva translatus coacle , contemplativa jluduit , utinam meritorie. In queil’ Anno i Milanefi ilabilirono Pace col Popolo di Lodi . Lo frumento d'elTa, da me dato alla luce (a), fu fcritto in Civita te (a) Antiqui Laude, Anno Domlnica Incarnationis Millejìmo centejìmo nonagejimo1^0' nono, die Luna V. Calendas Januarii, Indiclione Secunda. Il dì 28. di Dicembre dell’Anno prefente cadde in Lunedì; e però Scorgiamo, che in Lodi fi cominciava l’Anno nuovo nel Natale, o pure nel dì 25. del precedente Marzo alla maniera Pifana;e che 1’Indizione fi mutava nel Settembre. Abbiamo da Rolandino (¿),(b)Roiandini che in quell'Anno i Padovani coll’ajuto di A^o VI. Marchefe HifiJ.t.c.i. Elle lor Collegato, andarono all’ affedio della Terra di Carmigna-no, una delle migliori del Vicentino, e a forza d’armi fe ne fecero padroni. Antonio Godio (c) mette quello fatto l'otto l’Anno fe- (c) Godìus guente. Altri teiìi lo riferirono al precedente. Dopo di che i Ve- ‘"NiJì.t.S; ronefi venuti in ioccorfo de'Vicentini fecero gran danno e paura ai Padovani, ficcome ho detto nell’Anno antecedente. • G 4 A11-