. consiglio, in cui effigiò schiere innumerevoli di santi lutti gaudenti la patria beata ; e infine lo dimostrano e l’Adorazione dell’aureo vitello e la Presentazion di Maria, e que’ molti dipinti di cui ornò la Confraternita di San Rocco, la scuola del Rosario a’ Santi Giovanni e Paolo ed il Palazzo ducale ; nel qual ultimo, in concorrenza de’ più riputati maestri, colori le glorie della patria, lasciando a’ posteri ricordanza del valore degli avi, non meno che del proprio ingegno pittorico. Segue il Tintorelto, è vero, troppo spesso i voli di una sbrigliata fantasia ; ma quando volle, e fu di frequente, dimostrò che ogni accortezza dell’arte non eragli ignota. Vuoi disegno? lo trovi nello Schiavo, nella Crocifissione, nella Circoncisione, nella Santa Agnese. Vuoi espressione varia e animata? oltre che nelle ricordate opere, l’ammirerai nella Adorazione del Vitello d’oro, nel S. Pietro e nel San Cristoforo alla Madonna dell’ Orto, e nelle battaglie che ei colorì nella pubblica curia. Vuoi mosse spiritose e leggiadre? non avvi dipinto che non ne conti qualcuna, sendo questa la parte nella quale più si distinse, ed è il precipuo carattere del suo stile. Vuoi colore? chiedi piuttosto ove il color non si trovi ne’suoi lavori, ne’ quali tutti rifulge, ed è gajo ed armonico, e solo per aver egli usata opaca imprimitura, varie delle sue tele, coll’ andare degli anni, molto soffersero. Vuoi, in fine, sfarzo di accessorii, amenità di campo, lusso di architetture? Pur queste doti le troverai in ogni dipinto. Che se della diligenza ne volessi un esempio, in casa Barbarigo a S. Paolo vedrai quella Susanna, che ottenne lodi dal Lanzi, appunto pel sommo studio ed amore con cui fu dal Tintorelto compiuta. Venne accagionalo principalmente il Robusti di aver troppo messo in non cale il panneggiamento, e di averlo il più delle volle condotto a forza di pratica ; ma se è vera tale accusa, deesi però tutte passare in esame quelle opere da lui colorite con impegno, pria di condannarlo non saperle egli ritrarre dalla natura. Noi vorremmo che il dipinto della martire Agnese e quello dello Schiavo, per tacer di tanti altri, fossero sempre presenti agli occludi chi vuol pronunziare sentenza sul di lui stile. Troppo volle dipingere Jacopo, e questo nocque alla sua fama, e forse il desiderio di rapire agli emoli le