Annali pr Italia. di Genova, fecondo il collume de gli Storici, che taciono, o iri-frafcano i finiftri loro avvenimenti , ed ingrandirono ed efalta-no i proiperofi. In Milano per faggio maneggio di Aveno da Mantova Podeftà fi formò nuova concordia fra i Nobili e Popo- (a) Corìo l/i. lari. Il Corio (a) ne rapporta lo Strumento colle Note Cronologi Milano. gjcjie pOCO efattamente a mio credere copiate , dove fi leggono tutte le condizioni dell’accordo. Anno di Cristo iMCCXXVi. Indizione xiv. di Onorio 111. Papa n. di Federigo lì. ìmperadore 7. IL minor penfiero , che fi avefTe in quefti tempi l’Imperador Federigo, era quello della fpedizione in Terra fanta . Unicamente gli ftava a cuore la Lombardia , in cui collegatifi i Mi-lanefi con altri Popoli davano abbaftanza a conofcere di non volere , ch’egli metteffe loro il giogo. Per altro erano in Italia de’cattivi umori in volta . Federigo fofpettava , che il Papa fe-gretamente lavoraffe delle mine centra di lui , e tenefTe buone corrifpondenze co i Lombardi. All' incontro al Papa non mancavano de’ gravi motivi d’effere disguftato di Federigo , che dispoticamente taglieggiava non meno i Laici , che gli Ecclefiafti-ci del fuo Regno per adunar tefori, da impiegare non già in foccorfo della Criffianità in Levante , ma per opprimere i Lombardi. Taccio altri motivi, nell’efame def quali io non ofo entrare, perchè i Gabinetti de’Principi fon chiù fi a gli occhi miei. Ma non fi può'far di meno di non riconofcere , che in quefti tempi era forte imbrogliata la Politica colla Religione, e che Federigo lì. fpezialmente anteponeva la prima alla feconda . (b) Raynald. Fuor di dubbio è, che (¿) efio Federigo fcrille con dell’ alteri-jtnn. Eccief. gja una mano di doglianze al fommo Pontefice , il quale gli rif- pofe in buona forma, tacciandolo d’ingratitudine verfo la Santa Sede , e verfo il Re Giovanni, di maniera che effo Imperado-re tornò poi a fcrivere delle Lettere meglio concertate ed umi- li , perchè conobbe, di quanto pregiudizio gli potefTe efTere il . t romperla colla Corte di Roma. Abbiamo da Riccardo da S. Ger-g £lf*r' mano (c) , che fui principio di queft’Anno Federigo, ben lon-Germano tano dal voler paffare in Levante , e dall’adempiere le promef-in a.ironico. e j giuramenti f intimò a tutti i Baroni e Vaffolli di tenerfì pron-