66 Annali d’ Italia; (ai Chron. centini e Parmigiani (a), Pietro e S ffredo Cardinali Legati Von'xv'i della Tanta Sede s ìnterpoSero , e fecero Seguir pace fra loro , Re?.' itaù. comprefovi il Marchefe Malafpina . Una ternbil mutazione di co-fe accadde nel prefente Anno in Sicilia , che riufeì anche di fom-mo danno all’Italia tutta e all’armi Criiliane in Levante. Nel (b) Richar. à\ [6. di Novembre (¿) venne a morte Guglielmo il. Re di Si-Gcrmlno' c^ia » fopranominato il Buono, in età di foli trentafei anni, Principe pio, Principe glorioSo , e Padre de’Suoi Popoli, i quali perciò in dirotti pianti li fciolfero non tanto per la perdita del bene prefente, quanto per la previfione de’mali avvenire, perch’egli non lafciava dopo di sè prole alcuna. Secondo le pro-rnefle e i patti del Matrimonio di Cojlan^a con Arrigo VI. Re di Germania e d’Italia, dovea Succedere nel Regno effa Co ila n-(cl Chronk. za . Scrive ancora il Cronografo Acquicintino (c) , che Gugliel- AquicinCL mo prima di morire dichiarò fuo Figliuolo ed Erede il medtfi-({¡“¿„onvm. m° Re Arrigo. Ma fi sa dall’Anonimo Cafinenfe (d) , ch’egli mo-Cafinenfii rì fenza far teftamento. Certo non è da mettere in dubbio, che Tom^v.0' Collanza foffe ilata dianzi riconofciuta per Erede prefuntiva di Rcr. Italie, quell a Corona, mentre fappiamo , che lo iteffo Tancredi, a cui , toccò il Regno , avea con altri giurata fedeltà alla medefima Regina Coftanza . Ma i Siciliani abborrivano di andar fotto di Principe ilramero , che per cagion de gli altri fuoi Stati poteva trafportare altrove la Corte . Apprendevano ancora come duro e barbarico il governo de i T^deSchi d’ allora, nè s’ingannavano. Però fomina fu la confufione di que’Vefcovi, Conti, e Mi-niitri in tal congiuntura. Scrive il Suddetto Anonimo, che dopo la morte del Re vennero alle mani i Criiliani co i Saraceni abitanti in Palermo ( e ve n’era ben qualche migliaio), in guifa che de gli ultimi fu fatta grande ilrage , e il redo venne obbli- fato a ritirarfi ad abitar nelle montagne. Il perchè non fi sa . 'rovavafi in grave perpleffità quella Corte, e convocatoli Parlamento de Baroni , Gualtieri Arcivefcovo di Palermo, per cui opera erano Seguite le nozze di Coltanza con Arrigo, Softenne $ ciccano""1^ ^oro Parr*t0 (O* Ma il gran Cancelliere Matteo da Salerno Chr Fofsx prevalfe coll altro, il quale, giacché vi reftava un rampollo ma» nova. Schio de’Principi Normanni, a quefto credea dovuta la Corona , per beneficio ancora del Regno . Vi fi aggiunfe ancora l’autorità e il maneggio, Se non paleSe , almeno Segreto della Corte di Roma, affinchè non fi umilerò quegli Stati in chi era Re d’Italia, e doveva effere Imperadore -, e tanto più vi s’intereSsò il Pon«