-=s-> 25 «c=- della Turchia e Levante. Bensi è oggetto di questione il suo disegno, che vorrebbesi preso dalla moneta d’ oro consimile col nome di san Pietro e del senatore di Roma, e della quale variamente si studia il tempo in quel piccolo scudo che offrono alcuni forse dei più antichi suoi esemplari. Vi fu di qui chi argomentò che appartenga a Marino Morosini doge al 1252, il quale vi si denomini Servator urbis, e che la voce poi, che vi si legge all’ intorno, alluda alla crociata contro Ezzelino, la quale per altro è certo che fu più tardi e sotto doge diverso. Altri ritrasse che sia di un Capizzucclii sotto 1’ anno ¡stesso lungamente ricevuto ed ammesso per senatore di Roma, ma la di cui esistenza venne più lardi esclusa dal Vitale nella storia diplomatica di quel magistrato. Questi poi, sull’appoggio medesimo, trova invece di anticiparne ancora di più la data, attribuendola a Matteo il Rosso dei figli dell’Orso ivi senatore la prima volta nel 1242, e spiega che alluda ad un voto di Roma per la liberazione dalle vicende militari alle quali in quell’ anno appunto andò soggetta. Ragioni tutte buone ed erudite, ma non così sicure che escludano il desiderio di migliori in quelli che opinano pel ducalo veneziano. Ad ogni modo però che sia della prima istituzione di questo stampo dello zecchino, segna esso dal dritto la introduzione di quello poi più frequentemente usato dalla repubblica nelle varie sue monete, cioè il doge inginocchiato alla sinistra di san Marco che gli dà il vessillo qui notato a destra s. m. veneti, a sinistra io. dandvl, e al di sopra nvx ; ed è di grande interesse la sua continuata serie pel costume dei dogi, specialmente per la forma della berretta che usavano, onde vedesi come a mano a mano nella seconda metà del secolo XV da Francesco Foscari a Leonardo Loredano essa prendesse 1’ ultima forma che dicevasi corno ducale. Altre varietà si notano sotto il Foscari nella allacciatura della cuffia, e nella forma della mezzetta di pelli, e Domenico Contarmi fu l’ultimo a mettervi il vessillo con banderuola in cima, poi sostituito da piccola croce. 11 rovescio coll’ imagine del Salvatore che benedice, mostra vol. i, p. ii. 4